Racket della prostituzione, i "capi" patteggiano: dopo il maxi-blitz solo tre nel processo ordinario. Così il controllo delle lucciole

Tempi dei rapporti sessuali contingentati, controlli attraverso il numero dei preservativi. La spartizione del territorio SU LA NAZIONE DI OGGI

L'attività si svolgeva nella zona di Busto Arsizio (foto d'archivio)

L'attività si svolgeva nella zona di Busto Arsizio (foto d'archivio)

Arezzo,1° ottobre 2014 - Si erano spartiti il mercato della notte di San Zeno: gli albanesi da una parte, i rumeni dall’altra. Non un connubio felice, ricco di incidenti di percorso: e tra io quali la Mobile ha saputo incuenarsi. Fino al blitz di aprile, dieci ordinanze di custodia cautelare chieste al Gip dal Pm Marco Dioni. Il processo è cominciato ieri ma in aula sono rimasti soltanto pesci piccoli e latitanti. Gli altri sono ricorsi ai riti alternativi: patteggiamenti e giudizi abbreviati. Appuntamento a giovedì, nell’aula del Gip. Con tutti i «capi» delle due bande attive nel racket della prostituzione. Se non ci saranno stacoli, le pene andranno da un massimo di quattro a un minimo di due anni. Nel processo ordinario sono rimasti in tre: Gaetano Lucarelli, detto Maxi-Taxi, che era, secondo l’accusa, l’uomo addetto al trasporto delle lucciole, Leonard Kostantin ed Edison Kovaci, che evase dagli arresti domiciliari e non era dunque nelle condizioni di chiedere giudizi abbreviati. Alla prima udienza il Pm Dioni ha subito chiamato sul banco dei testimoni il capo della Mobile Giovanni Schettino, che coordinò le indagini sfociate nel blitz. E che fu morso da una lucciola. Schettino ha ripercorso l’inchiesta: tre albanesi fanno irruzione, armati di mazze da baseball e di cacciaviti, nella casa di Indicatore di una famiglia rumena, leader di una delle gang. Le ragazze venivano sottoposte a controlli ferrei, dovevano attenersi ai tempi loro indicati nei rapporti con i clienti e venivano monitorate attraverso la distribuzione dei preservativi, il cui consumo doveva corrispondere con gli incassi. Altrimenti botte.