Promotore finanziario perde al casinò 9 milioni, tra i truffati anche i familiari: rinviato a giudizio

La febbre del gioco ha distrutto anche i familiari più stretti: è il caso del cognato che ha visto svanire nel nulla i circa 600 mila euro affidati al promotore per investirli a nome delle figlie, nipoti del professionista

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Arezzo, 14 settembre 2015 - Rispunta il caso del promotore finanziario, adesso rinviato a giudizio, di cui La Nazione parlò a marzo, che perse al casinò 9 milioni di euro degli investitore. Ora emerge che tra di loro c'erano anche parenti del'uomo, fra cui un cognato che si è visto spillare 600mila euro. Spiegano le Fiamme gialle, "in condizioni psicologiche precarie aveva cominciato a raccontare tutto". Da li' sono scattate le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Filippo Santangelo, e terminate con il rinvio a giudizio. Il promotore aveva raccolto in tutto 9,4 milioni di euro, facendo credere a clienti, ma anche amici e parenti, di reinvestirli in note societa' finanziarie. Si recava spesso anche a Milano per rendere piu' credibili le sue menzogne, ma in realta' finiva tutto in una nota casa di gioco. Oltre che in viaggi, auto di lusso e bella vita. Con la moglie all'oscuro di tutto e informata dalla stessa Gdf.

Gioca al Casinò e perde tutti i risparmi dei clienti. Un promotore finanziario, di 61 anni, originario di di San Piero in Bagno (Forlì), ha praticamente messo sul lastrico una settantina di clienti, tra cui anche parenti e amici, imprenditori, commercialisti, notai, avvocati e gente comune. Tra i risparmiatori truffati anche una pensionata di 71 anni della provincia di Arezzo, il cui marito professore era stato docente di ragioneria proprio del promotore finanziario ai tempi delle scuole superiori e che negli anni aveva affidato al promotore circa 730 mila euro. La storia era già stata raccontata da La Nazione a marzo.

Ma la febbre del gioco ha distrutto anche i familiari più stretti: è il caso del cognato che ha visto svanire nel nulla i circa 600 mila euro affidati al promotore per investirli a nome delle figlie, nipoti del professionista. A chi chiedeva la restituzione delle somme quando ormai era troppo tardi, il promotore con freddezza chiedeva tempo giustificando la richiesta con le difficoltà a disinvestire fantomatici titoli obbligazionari o pacchetti di investimento vincolati a scadenze future. Complessivamente ammonta a 9 milioni e 400 mila euro la somma di cui il promotore si è indebitamente impossessato e che ha letteralmente bruciato in una nota casa da gioco, oltre alle spese per viaggi, auto di lusso e bella vita. Lo scorso mese di marzo il professionista si era presentato, in lacrime, nella sede del Comando delal guardia di Finanza di Forlì per confessare tutto prima di un gesto estremo e chiedendo conforto ai militari per la sua irrefrenabile spinta verso il gioco d`azzardo. La stessa moglie del promotore, totalmente ignara della patologia del marito, ha appreso dai finanzieri la situazione in cui si trovava il coniuge. 

Milioni di euro tra denaro contante, assegni e bonifici erano finiti nelle tasche dell'uomo che ha ingannato i suoi clienti producendo egli stesso la documentazione attestante gli investimenti e falsificando i loghi di note società finanziarie, che poi inviava a mezzo posta ai clienti. Per carpire la fiducia degli investitori e non destare sospetti, il promotore si recava periodicamente in Milano, città ove hanno sede gli istituti bancari e le società di investimento con i quali risultavano sottoscritti i falsi investimenti, appositamente per spedire le rendicontazioni periodiche, tanto da rassicurare anche i clienti più diffidenti. Solo i primi "fortunati" investitori sono riusciti a riottenere il capitale e gli interessi maturati, che il promotore riconosceva anche al 20% delle somme investite, al solo fine di alimentare la sua fama ed il passaparola. I conseguenti accertamenti presso il Casinò hanno consentito di riscontrare violazioni alla normativa antiriciclaggio e contestare la violazione di omessa segnalazione di operazioni sospette per complessivi euro 3.618.400 con una sanzione prevista fino al 40% dello stesso importo.