Omessa dichiarazione dei redditi, re della moda nei guai: nell'operazione palazzo sequestrato a Cortona

Al centro dell'inchiesta la figlia di Cavalli. L'immobile aretino fa capo ad un amministratore di una società con domicilio in Irlanda. Caso di localizzazione fiscale fittizia? Il gruppo Cavalli smentisce

finanza

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Arezzo, 30 maggio 2015 - Cristiana Cavalli, figlia di Roberto Cavalli è stata denunciata dalla polizia tributaria  insieme ad altri 8 tra amministratori di diritto e di fatto di una società con domicilio fiscale a Dublino.

Contestualmente il gip ha disposto, su richiesta del pmi, il sequestro (per 1 milione 700 mila euro) di tre immobili di pregio: uno a Firenze sui Lungarni (1 milione, 215mila euro) intestato alla Cavalli; una a Cortona (721 mila) all’irlandese William Gormann e un immobile in centro a Roma (2 milioni, 171mila), di Luca Brozzetti.

Gormann e Brozzetti sono due degli altri amministratori indagati. Il sequestro scaturisce dalla omessa dichiarazione di redditi per circa 10 milioni, con conseguente evasione di imposte dirette per tre milioni. La vicenda trae origine dai controlli alla società fiorentina che opera nel settore abbigliamento di lusso.

La Finanza controlla i rapporti con ‘Satelin Ltd’ con sede a Dublino, società che percepisce le royalties per lo sfruttamento del marchio. Satelin Ltd si appoggia a un’altra società irlandese che offre consulenza, domiciliazione e amministratori di diritto: irlandesi dipendenti della società che rivestono cariche in altre 134 società...Il sospetto degli investigatori è che si tratti di un caso di esterovestizione: localizzare all’estero la residenza fiscale di una società, in un Paese appunto a regime fiscale agevolato, e lì ‘dichiarare’ i redditi, per versare meno tasse. Tutto lecito, se la localizzazione fiscale è reale. Ma qui viene considerata fittizia.

La Cavalli sarebbe stata per un periodo amministratice di diritto, poi di fatto come altri che pur non risultando avrebbero avuto ruoli operativi.  

Ma il gruppo Cavalli in serata ha fatto sapere con una nota che «non si ritiene ci sia stata alcuna esterovestizione nell’ambito delle attività del Gruppo oggetto delle indagini che hanno originato il sequestro». «La società  ha dato incarico ai suoi difensori per dimostrare la correttezza della sua posizione e ha piena fiducia che nel corso del procedimento l’autorità giudiziaria potrà riconoscere l’infondatezza delle contestazioni».