Ipotesi Logge del grano per venti disoccupati ex Cadla

Il tavolo in Camera di Commercio. Ricollocazione: spuntano altre possibilità ma non per tutti

VERTENZE Lavoratori della Cadla. Sotto: Luca Degan, di Biochefarm

VERTENZE Lavoratori della Cadla. Sotto: Luca Degan, di Biochefarm

Arezzo, 22 maggio 2015 - Non è detto che sia la soluzione definitiva ma si apre un piccolo spiraglio nella vicenda dei 140 lavoratori ex Cadla, quelli dell’area logistica e magazzino, che ancora non hanno trovato una ricollocazione. Lo spiraglio avrebbe il nome e la forma delle logge del grano, è in questa nuova struttura che una ventina di persone potrebbe trovare un nuovo impiego. Una soluzione la cui fattibilità filtra tra le righe della trattativa, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali. Ciò che emerge con sicurezza, invece, è che ieri pomeriggio la questione dei lavoratori ex Cadla-Duegi è stata al centro di un tavolo di confronto convocato in Camera di Commercio dal presidente dell’Ente Andrea Sereni su richiesta dei sindacati.

Un incontro che, per il segretario provinciale della Cgil Alessandro Mugnai, è risultato molto positivo: «Il confronto era quanto mai urgente perché gli ammortizzatori sociali prima o poi finiranno e non possiamo permetterci di restare fermi. Le possibilità di ricollocare il personale nel settore commercio è impraticabile al momento, perché si tratta di un settore ancora in crisi e anche le grandi multinazionali non trovano il territorio appetibile.

Abbiamo quindi proposto alla Camera di Commercio di verificare la possibilità, tramite una vera e propria ricerca di mercato, di realizzare una rete di impresa nel territorio. Cosa significa? Che la Camera di Commercio verificherà se ci sono imprenditori che hanno intenzione di realizzare un magazzino comune attraverso un contratto di reti di impresa e in questo modo assorbire il personale Cadla che finora non è riuscito a ricollocarsi. Non si tratta di una soluzione “fumosa“, perché un simile contratto ha dei vantaggi enormi: vuol dire possibilità di ottenere fondi dalla comunità europea, finanziamenti, detassazione da parte del Governo. Oltre a ciò aggiungo che tra le aziende che fanno contratti di rete d’impresa non ce n’è una che vada male».

Mugnai si dice sicuro che una tale soluzione sarebbe la via maestra: «Se contiamo quante aziende ci sono ad Arezzo e provincia, i 140 lavoratori ex Cadla potrebbero addirittura non bastare, certo è che questo dipenderà dalla volontà degli imprenditori. Se la cosa andasse in porto la struttura adatta, indicata anche dalle istituzioni, potrebbe essere senz’altro l’interporto di Indicatore, al momento un guscio vuoto. Mi sento di ringraziare il presidente della Camera di Commercio, l’unico che ci ha fatto una proposta concreta mentre altri hanno soltanto cercato di speculare a fini elettorali».

Tra le ipotesi al vaglio ieri pomeriggio nel tavolo di confronto c’è stata anche quella relativa alla costituzione di una cooperativa tra i lavoratori, spiega ancora Mugnai: «Assieme alla Camera di Commercio stiamo valutando la costituzione di una cooperativa di lavoratori per poter cogliere opportunità occupazionali nel settore dell’agroalimentare, una delle risorse più grosse nella nostra provincia». Insomma, eppur si muove. La scadenza di febbraio, quando scadrà la cassa integrazione, non è così lontana la saperanza è che per quella data il lavoro non sia più una chimera.