
Banca Etruria, manifestazione dei risparmiatori
Arezzo, 28 dicembre 2015 - «Allo stato non ci sono gli estremi per l'apertura di una pratica per incompatibilità ambientale o funzionale: abbiamo ascoltato un magistrato sereno che dà prova di imparzialità». Lo ha detto il presidente della Prima commissione del Csm, Renato Balduzzi, al termine dell'audizione del procuratore di Arezzo Roberto Rossi che indaga su banca Etruria. Si è dunque conclusa l'audizione alla quale era stato convocato il Pm di Arezzo.
"Non c'è un caso Rossi". Così il presidente della prima commissione del Csm, Renato Balduzzi, ha ulteriormente commentato alla conclusione dell'audizione. Secondo Balduzzi infatti Rossi nel suo intervento è stato "lineare e convincente" e dalla audizione emerge un "magistrato indipendente e imparziale in un ambito giudiziario comunque relativo a una città di provincia" per questo l'orientamento della commissione è quello di "non aprire una pratica per incompatibilità ambientale e funzionale".
Renato Balduzzi, presidente della Prima commissione del Csm, ha detto che Rossi ha risposto «in modo convincente ed esauriente» a tutte le domande, «manifestando la disponibilità a chiarire tutti gli aspetti sia sull'incarico di consulenza sia sulle indagini in essere. Ed anche manifestando serenità, imparzialità ed indipendenza rispetto ai procedimenti di cui si occupa». Riguardo alla sua consulenza al Dipartimento Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, Rossi ha spiegato in commissione che non ha mai ritenuto che ci fossero interferenze anche perché non c'erano componenti della famiglia Boschi tra gli indagati. «Nella nostra valutazione - ha sottolineato inoltre il consigliere del Csm Piergiorgio Morosin - ha anche pesato il fatto che l'incarico di consulenza si chiuderà il 31 dicembre. Inoltre è importante tutelare le indagini in corso, per i risparmiatori che hanno subito un danno e che stanno attendendo risposte».
In ogni caso la prima commissione acquisirà nei prossimi giorni la documentazione sull'attività ispettiva di Bankitalia relativa a banca Etruria e l'11 gennaio chiuderà la propria procedura sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi. Lo hanno annunciato il presidente della commissione, Renato Balduzzi, ed il consigliere Piergiorgio Morosini che con Balduzzi è relatore della procedura, al termine dell'audizione del magistrato durata circa due ore.
L'acquisizione della relazione servirà per confrontare quanto dichiarato oggi da Rossi in audizione con le risultanze dell'attività ispettiva della Banca d'Italia e la tempistica che emerge dalle relazioni. Sia Morosini che Balduzzi hanno spiegato che quello emerso oggi in commissione è «un orientamento unanime».
Intanto in città una cinquantina di risparmiatori si è radunata stamani, come annunciato dal comitato 'Vittime del salva-banche', davanti alla sede centrale di Banca Etruria. Gli ex obbligazionisti di Banca Etruria, che hanno perso i loro soldi, sono arrivati in treno e auto, sfidando il freddo e la nebbia, per protestare contro quella che definiscono «una truffa» ai loro danni. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto «Qui giace la fiducia nel sistema bancario» e «Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato».
I risparmiatori hanno cercato di entrare dentro la sede centrale dopo aver colpito con pugni più volte la porta a vetri d'ingresso. Al grido di «ladri», «ladri», un gruppo ha quindi provato a forzare anche il secondo accesso dopo aver guadagnato l'atrio, ma non è riuscito ad entrare fino nella sede della banca.
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I contestatori sono circondati dalle forze dell'ordine. La strada dove si trova la banca è bloccata dai vigili urbani. I risparmiatori se la prendono inoltre con governo, Bankitalia e Consob, queste ultime «complici per non aver vigilato e attivato le procedure necessarie per evitare questa colossale truffa». Si invocano misure straordinarie per risarcire chi è stato «truffato». Nell'azzeramento di obbligazioni e azioni sono coinvolte 130 mila persone. E si giudica insufficiente il Fondo di solidarietà da 100 milioni di euro: c'è chi sottolinea che per dare un 'ristorò ai risparmiatori privati, e non quelli istituzionali, ci vorrebbero almeno altri 270 milioni di euro e si attende di vedere se il decreto di attuazione del Fondo a gennaio potrà lasciare aperto qualche spiraglio.
Ma chi intenderà avviare azioni per un risarcimento del danno subito dovrà fare i conti con le vecchie banche e quel management. «In linea con la direttiva europea del Bail-In e con la norma italiana di recepimento, la Nuove Banche non sono titolare ad attivare nuove azioni di responsabilità e al contempo non possono essere oggetto di azioni da parte dei precedenti azionisti ed obbligazionisti subordinati», si legge in un comunicato stampa emesso alla vigilia di Natale dalle nuove quattro banche dopo la riunione, il giorno precedente, dei consigli d'amministrazione di Nuova Cassa di risparmio di Chieti, Nuova Cassa di risparmio di Ferrara, Nuova Banca popolare dell'Etruria e del Lazio e Nuova Banca delle Marche.
Intanto, per le loro cessioni, la road-map già delineata prevede entro la fine dell'anno la selezione di due advisor, uno strategico e l'altro finanziario, che alcune anticipazioni di stampa indicherebbero in Oliver Wyman e in Societé Generale. La vendita potrebbe essere conclusa entro la prima metà del prossimo anno, come ha detto, già all'inizio di dicembre, Roberto Nicastro, presidente delle nuove banche ripulite dai crediti deteriorati.
Sempre oggi, più o meno nelle stesse ore in cui i risparmiatori protesteranno davanti a Banca Etruria ad Arezzo, a Roma si è svolta davanti al Consiglio superiore della magistratura l'audizione del procuratore aretino Roberto Rossi che indaga sull'istituto di credito e che dal 2013 (ai tempi del governo Letta) è consulente dell'ufficio affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio, un incarico che scadrà alla fine dell'anno.
Rossi era stato chiamato in causa per un presunto conflitto di interessi fra il suo incarico a Palazzo Chigi e le inchieste che sta conducendo, che potrebbero portare fino a persone vicine al governo, come Pierluigi Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria nonchè padre del ministro Maria Elena. In realtà le indagini sull'ostacolo alla vigilanza per le quali sono indagati Giuseppe Fornasari, già presidente di Bpel, Luca Bronchi, già direttore generale, e David Canestri, all'epoca direttore centrale responsabile del risk management, originate dal rapporto ispettivo di Bankitalia, risalgono al dicembre 2013, quando Renzi era solo sindaco di Firenze e la Boschi semplice deputato.
Il decreto di perquisizione che valeva anche come avviso di garanzia per i tre è invece del 21 marzo 2014, quando il governo Renzi (Boschi ministro) era in carica da un mese, ma Pierluigi Boschi non era ancora vicepresidente di Banca Etruria, carica alla quale sarebbe stato eletto soltanto in maggio. A tutt'oggi non è mai stato indagato nè risulta che lo sia adesso. L'audizione di Rossi, relatore Piergiorgio Morosini, togato di Area, è cominciata alle 12 e si è conclusa positivamente per il magistrato aretino.