Vigilante beffato dai suoi complici? Tra le ipotesi uno scenario a sorpresa

Si accorda, fa il trasbordo di oro ma poi resta a bocca asciutta: è una delle piste che vengono battute dagli inquirenti impegnati da oltre un mese sul caso

Antonio Di Stazio arrestato

Antonio Di Stazio arrestato

Arezzo, 24 agosto 2016 - Forse il vero beffato alla fine è lui, il vigilante accusato di essere scappato con 4 milioni d'oro nel furgone.  All’indomani del verdetto che lascia Antonio Di Stazio, la guardia della Securpol, ancora in galera, fra gli scenari possibili gli inquirenti (ossia la procura e i carabinieri) non escludono neppure quello più clamoroso: i complici che usano il vigilante e poi lo lasciano a bocca asciutta.

Di Stazio si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere ma qualche parola se l’è fatta sfuggire. E a chi gli diceva che nella sua settimana di fuga si era dato alla bella vita, ha risposto un po’ amareggiato che aveva dormito sulle banchine delle stazioni.

«Non mi sono mai allontanato dalla Toscana», ha detto rispondendo agli amici e a chi aveva immaginato una fuga fuori d’Italia. Viene dunque da ipotizzare uno scenario alternativo, per ora puramente deduttivo e magari sbagliato. Di Stazio organizza il suo colpo con uno o più complici, si procura un ricettatore: chiude casa, stacca il cellulare, lascia parcheggiata la vecchia auto. Poi nei pressi di Badia al Pino dà di gas sul furgone. L’appuntamentoè poco più in là, dietro l’area di servizio di Badia al Pino ovest. Lì i cinquanta chili d’oro vengono trasbordati su un’auto che forse si allontana lungo l’autostrada. Al vigilante non resta che aspettare la sua parte, ma non gli arriva niente.  Di certo nel frattempo l’oro è stato fuso, nell’azienda di qualche orafo di pochi scrupoli che ha fornito il forno e ha incassato la sua quota.