Case a rischio sismico. Migliaia di alloggi senza requisiti: la mappa

L'appello di Giovanni Cardinali, ex ingegnere capo della Provincia: subito un piano edilizio

 L’ex ingegnere capo della Provincia Giovanni Cardinali

L’ex ingegnere capo della Provincia Giovanni Cardinali

Arezzo, 26 agosto 2016 - SIAMO ALLE SOLITE. Ci vuole un terremoto per interrogarsi. Per riflettere sullo stato delle nostre case, sul grado di resistenza anti-sismica, su ciò che potrebbe essere fatto per ridurre il pericolo. A Norcia ce ne sono voluti alcuni di terremoti per fare punto e a capo, per ristrutturare le abitazioni con criteri anti-sismici: poi lo si è fatto e i risultati si vedono perché tutto l’abitato è rimasto in piedi. Si affanna e si sgola da anni Giovanni Cardinali, ex ingegnere capo della Provincia, in prima linea sul campo nei più gravi disastri che hanno disseminato di croci gli ultimi decenni del Paese. Ma si è sgolato invano. «Dal terremoto del 2012 in Emilia a oggi nulla è stato fatto, la situazione è esattamente la stessa».

E allora ricapitoliamolo questo quadro che avrebbe conseguenze drammatiche nel deprecabile caso di un evento sismico. Ad Arezzo sono a rischio migliaia di alloggi e l’appello di Cardinali è chiaro: «Indispensabile una mappatura, un monitoraggio per tutti i fabbricati costruiti prima degli anni Novanta. Ma anche per quelli successivi è fondamentale controllare se sono state adottate tutte le prescrizioni».

La fascia di rischio del capoluogo e di buona parte della provincia è più bassa rispetto al Reatino o al Friulo o all’Emilia ma una scossa di quell’intensita provocherebbe ugualmente danni incalcolabili. Nel mirino c’è soprattutto l’edilizia del Dopoguerra, tanto più che fino al 1984 Arezzo non era inserita nella mappa sismica dove si trovavano invece Monterchi, Sansepolcro e la Valtiberina. E dunque prima di quell’anno intere zone potrebbero essere state progettate bene ma realizzate male, con un livello di sismo-resistenza buono sulla carta, meno buono rispetto a una situazione reale. E’ il caso dei quartieri realizzati tra gli anni Sessanta e i Settanta, come Giotto, Saione, una buona parte di Pescaiola. «Ma anche il centro storico - puntualizza Cardinali - non è esente da rischi, anche se gli edifici antichi sono solidi e di scosse ne hanno sopportate tante nella loro lunga storia».

Sarebbe dunque indispensabile un piano per la manutenzione straordinaria per garantire agli edifici una protezione anti-sismica, «un modo - prosegue Cardinali - anche per dare respiro al comparto edilizio, visto che di case nuove praticamente non se ne fanno più». L’ideale? Come per il certificato energetico, un attestato obbligatorio anche per il rischio sismico che però renderebbe inagibili centinaia e centinaia di alloggi. Intanto, in qualità di consulente di Confindustria, Cardinali già oggi preparerà insieme ad altri esperti un documento per l’Ance da proporre nell’ambito della previsione di regolamento urbanistico, aperta dal sindaco Ghinelli ai cittadini che intendono avanzare idee e suggerimenti».

di SERGIO ROSSI