Mega-yacht e opere di bene: le banche pagavano, Privilege elargiva grosse donazioni

Offerte per 700 mila euro a realtà religiose di varie parti del mondo, tutte tra il 2008 e il 2012. Molte richieste dall'entourage del cardinal Bertone

YACHT1_WEB

YACHT1_WEB

Arezzo, 5 giugno 2016 - Le banche, guidate dal Bpel, erogavano finanziamenti multimilionari per la costruzione dello Yacht Etruria, il panfilo più grande del mondo, e la Privilege contestualmente disponeva opere di beneficenza per decine, anzi centinaia di migliaia di euro. A volte su richiesta diretta dell’entourage del cardinale Tarcisio Bertone, all’epoca segretario di stato vaticano. Sembrerebbero dirlo le carte di cui La Nazione è venuta in possesso e che sono state depositate in procura a Civitavecchia dall’associazione antimafia intitolata ad Antonino Caponnetto.

A prima vista, anche se la parola definitiva dovranno dirla i Pm che indagano per la bancarotta della Privilege (lo stesso reato su cui si sta muovendo adesso il pool della procura di Arezzo) paiono carte provenienti direttamente dagli uffici della società che faceva capo a Mario La Via, il deus ex machina del progetto Yacht P430, mai completato e che ora arrugginisce alle intemperie nel cantiere di Civitavecchia fermo da un paio di anni.

Nel dossier ci sono elenchi di donazioni, ricevute di bonifichi effettuati dalla Privilege, corrispondenza fra La Via e la segretaria di Bertone, Rosi Bertolassi. Desta curiosità, ad esempio, una lista che comprende le elargizioni fra il 2008 e il 2010, la cui intestazione è semplicissima: «Erogazioni». Dentro i nomi e le cifre, che assommano in totale a 323 mila euro.

Ricordiamo solo alcune delle più grosse: 23 mila euro al Vescovado di Rio Gallegos, in Argentina, 22,859 ai salesiani di Angola e Mozambico, 25 mila alla Don Bosco University, 21 mila alla fondazione Don Bosco di Nalgonda in India e 15 mila a mons. Bolanos del fondo Don Bosco (conviene ricordare che Don Bosco è il fondatore dei salesiani, congregazione cui appartiene anche il cardinale Bertone), 46 mila a un arcivescovo ucraino, 35 mila ai focolarini, 50 mila in varie rate alla diocesi di Civitavecchia-Tarquinia.

Ma tra le carte che La Nazione ha potuto consultare ci sono anche tracce documentali di donazioni successive. Ad esempio il bonifico da 10 mila euro della Privilege all’arcivescovado di Varsavia per il restauro di una cappella in Bielorussia. O quello da 80 mila euro all’arcidiocesi di Lemberg (Germania) destinato alla curia di Leopoli (Ucraina). Entrambi hanno la stessa data: 1 ottobre 2012. Il 9 novembre, invece, la stessa Privilege di La Via dà disposizione per un bonifico da 5 mila euro alle Cappuccine della Madre del Divino Pastore di Managua, in Nicaragua.

Altre Suore Cappuccine del Divino Pastore, quelle di Barcellona, scrivono peraltro il 15 ottobre dello stesso anno proprio al cardinale Bertone per ringraziarlo di una donazione da 36 mila dollari che hanno consentito la copertura di di una struttura polisportiva ancora a Managua. Il tutto finisce alla Privilege, il che farebbe pensare che i soldi siano partiti da lì.

Regolarmente, peraltro, nel corso degli anni la segretaria del cardinale scrive a La Via per sollecitarlo ad opere di bene di cui gli gira le richieste giunte a Bertone. Ci sono 60 mila euro per interventi in Africa e Sudamerica, 100 mila per opere sociali in Bolivia, 30 mila per una chiesa a Bhopal in India. In tutto, ma non si capisce se la beneficenza richiesta sia stata evasa per intero, siamo (coi 323 mila euro del primo elenco) a quasi 700 mila euro. Cosa c’entrassero con la costruzione di uno yacht di superlusso, finanziato peraltro per intero o quasi dalle banche sulla base di garanzie non sempre certe, non si sa. Forse le procure che indagano lo chiederanno a La Via e agli altri protagonisti.

di Salvatore Mannino