Salvatore Mannino
Cronaca

L'archivio di Mureddu & c: 3000 dossier intestati a big nazionali e locali. Ecco i nomi

La sorpresa a Perugia nell'inchiesta per riciclaggio sul caso Geovision, la fabbrica di Badia al Pino. Tra i personaggi Grillo, Riina, D’Alema e Woodcock

Valeriano Mureddu

Valeriano Mureddu

Arezzo, 2 aprile 2017 - Era un dossieraggio all’amatriciana: materiale in gran parte già noto che chissà se è mai servito per ricattare qualcuno o comunque per tenere qualcuno nel mirino. Il che non toglie che i Mureddu boys, il gruppo di compagnoni (ora tutti indagati per riciclaggio) che si era radunato attorno all’apprendista faccendiere sardo ancora agli arresti domiciliari e a Flavio Carboni («Un padre e un maestro», come lo definiva Valeriano nelle interviste) non si fosse fatto il proprio archivio privato e segreto.

Ricco di ben 3600 fascicoli, intestati a personaggi noti e meno noti della politica, dell’economia, dei servizi segreti e persino della criminalità. Nazionali e locali, perchè accanto ai grandi nomi nazionali spiccano anche alcune delle figure aretine di maggiore spicco. Tutti vittime delle moleste attenzioni di chi li guardava dal buco della serratura. Eh sì, da Beppe Grillo a Totò Riina, da Massimo D’Alema a Henry John Woodcock, il Pm al centro dell’ultima clamorosa inchiesta sulle presunte tangenti Consip.

E i nomi locali? Pierluigi Boschi, titolare (a sua insaputa naturalmente) di un fascicolo. Con lui Sergio Squarcialupi, patron di UnoAerre,  una delle più grandi aziende orafe del mondo, e di Chimet, gigante mondiale nella produzione dei lingotti e nel recupero dell’oro dai materiali di scarto. Nè sfuggono alle attenzioni di Michelucci, formalmente titolare degli uffici perugini in cui è stato ritrovato l’archivio, i fratelli Landi. Con loro Giorgio Veltroni, costruttore, ex presidente della Sansovino e dell’Alessandria, e Stefano Bianchi, uno degli imputati di Fort Knox. Non mancano il defunto Licio Gelli in compagnia di Enzo Mattani, sedicente dignitario di una loggia templare. E nell’elenco finiscono persino il panificio Menchetti ed alcuni nomi non meglio identificati.

Ciascuno titolare (a sua insaputa ovviamente) di un dossier nel quale insieme ai ritagli di giornale, accessibili a tutti, ci stavano alcuni atti giudiziari (nessuno, a prima vista, ancora coperto dal segreto istruttorio) e persino un po’ di corrispondenza, che deve ancora essere interpretata. I Finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Arezzo li hanno trovati un anno fa nei due uffici perugini che erano nella disponibilità di Giuliano Michelucci, di Montelupo Fiorentino, sedicente agente segreto che era stato arrestato qualche mese fa nel fiorentino per una storia di caporalato agricolo.

Anche lui è fra gli indagati per riciclaggio del caso Geovision, la fabbrichetta di materiali da imballaggio di Badia al Pino che era uno degli snodi di una maxi-frode carosello sull’Iva. I cui proventi appunto erano l’oggetto del riciclaggio. Con un tentativo di reinvestimento (fallito) anche nella Cantarelli di Rigutino e persino un assalto (saltato in extremis) all’Arezzo Calcio. Più i milioni dirottati dai conti di Geovision e di Vertigo verso quelli di Laura Concas, la moglie di Carboni.

E’ stato appunto nell’ambito delle perquisizioni scaturite dalle indagini sul riciclaggio che i Pm del pool reati economici, coordinati dal procuratore Roberto Rossi, hanno inviato gli uomini del tenente colonnello Peppino Abruzzese nei due uffici perugini di via Catanelli 122 e via Strozzacapponi 163/b. Dove le Fiamme Gialle si sono trovati di fronte all’imponente massa di faldoni, tutti classificati in un registro con precisi criteri : persone fisiche (fascicoli verdi) e persone giuridiche (fascicoli blu), a loro volta suddivise per lettera.

A come aziende, B come banche, E come stati esteri, P come politica e via proseguendo. Perchè c’erano anche il PS della prostituzione, il RF dei reati finanziari, l’SS dei servizi segreti.

Un'attenzione minuziosa, quasi maniacale per un materiale che fonti giudizarie aretine definiscono come scadente a prima vista, comunque non di prima mano. Fanno impressione semmai alcuni dei 3600 nomi. A quelli citati prima, come ha rivelato il quotidiano La Verità, si aggiungono personaggi emblematici e in qualche caso ormai passati di moda della politica comeBettino Craxi o Armando Cossutta, Silvio Berlusconi e Romano Prodi, il sindaco Luigi De Magistris e il ministro degli esteri Angelino Alfano.

Più mafiosi come il pentito Gaspare Spatuzza e antimafiosi militanti quali Roberto Saviano e Sonia Alfano. Nell’elenco anche Pio Pompa, ex pezzo da 90 dei servizi, il Gip Clementina Forleo, addirittura l’ex presidente di Mps Alessandro Profumo. Il pool aretino ha già trasmesso le carte alla procura di Perugia, competente per territorio. Se ci sono reati tocca ai Pm umbri individuarli. Le sorprese dei Mureddu boys non finiscono mai.