Il monte tredicesime sale ma la quota regali no: il grosso va nelle tasse

La stima Ascom di 179 milioni complessivi in provincia, con un aumento del 2,3% rispetto ad un anno fa. Ma gli acquisti sono partiti prima del solito

Soldi

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Arezzo, 8 dicembre 2017 - Ha il numero 13 sulle spalle ma sta per alzarsi dalla panchina. Lei, la tredicesima, la Befana più amata dagli italiani. L’illusione, o forse la mezza realtà, di un doppio stipendio, la boccata di ossigeno nella quotidiana conta delle monetine. Le famiglie, e soprattutto i negozianti, la aspettano a braccia aperte. Ma non solo loro. Per l’ennesima volta tasse, bollette, imposte auto e dintorni se ne mangeranno la fetta principale.

La fetta di una torta che pure si allarga: rispetto al 2016 il monte tredicesime in provincia sale del 2,3%: la stima è di circa 179 milioni, elaborata dall’Ascom sulla base del dato nazionale e insieme dell’aumento di occupazione. Un fattore che concorre ad aumentare il volume delle risorse in entrata nel mercato. L’aumento è di circa 4 milioni di euro, che non sono noccioline.Ma la destinazione non sarà a regali, o almeno non tutta.

«La spesa per le strenne – conferma il direttore di Confcommercio Franco Marinoni – dovrebbe restare in linea con quella dello scorso anno». Anche se i segnali di ripresa ci sono, anche se quest’anno dalle prime indicazioni gli acquisti sono iniziati prima del solito: o quantomeno hanno visto nella veste di protagonisti quanti stanno arrivando ad Arezzo per la Città di Natale.

I numeri? Siamo sempre nel campo delle stime però ben piantate sia nelle tendenze nazionali che nelle caratteristiche della nostra provincia. Il gruzzoletto per i consumi individuali viene stimato in 166 euro, che equivale a circa 415/420 euro a famiglia. In tutto siamo su un volume complessivo di 58 milioni di euro, meno di un terzo del totale delle tredicesime. Poi all’interno c’è di tutto: compresi i consumi alimentari e i classici cenoni. E in fondo anche i regali. Che dovrebbero mobilitare dai 25 ai 30 milioni: rimaniamo lì, un euro ogni sei va a rinforzare l’albero di Natale.

E il famoso aumento, sulla scia delle medie storiche curate in passato da Abusdef e Federconsumatori, si gioca tra tasse, bollette, mutui e una tendenza al risparmio che anche in piena crisi non è mai stata abbandonata. Il quadro sul fronte delle spese obbligatorie lo trovate sopra: le imposte legate all’auto si vanno ad aggiungere a quelle della casa, alle classiche bollette ma anche ai prestiti e ai mutui che la tredicesima consente di pagare con un pizzico di tranquillità in più.

Infine i regali. «Le persone alle quali saranno destinati – commentaMarinoni – saranno ancora poche e ben selezionate: in testa bambini e partner». Ma i bambini su tutti. La foto è quella di un Natale di transizione, tra il tunnel che dovrebbe essere alle spalle e la luce sullo sfondo. Ancora insufficiente a far rialzare voci scivolate indietro nel tempo: come i regali aziendali, quelli ai colleghi o appena al di là della classica cerchia di amici. Però anche i movimenti in positivo ci sono.

«Il Natale 2017 dovrebbe essere meglio di quello del 2016, in Toscana e ad Arezzo»: parola della presidente Ascom Anna Lapini. Un diverso clima di fiducia, una ripresa di acquisti durante la primavera. E nelle ultime settimane l’iniezione della città di Natale. Tra i negozi il trend non è uniforme ma il segnale è quello di acquisti qua e là partiti in anticipo: o forse legati a quanti sono arrivati da fuori trainati dal mercatino e che poi, bontà loro, hanno spaziato anche tra le vetrine.

Nella voce regali figurano come al solito anche quelli a se stessi: dal viaggio ad una cena in più fino alle spese necessarie per la casa. Magari con un bigliettino di auguri: caro me stesso, ti scrivo. E in fondo in fondo ti voglio perfino bene. Ma solo in fondo: e non è affatto detto che sia per sempre.