Crac Etruria, il pm Rossi scrive al Csm: nel mirino di campagna mediatica

"Tentativi di condizionare l'esito delle indagini, tesi a delegittimare l'ufficio"

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 14 febbraio 2018 - Un'informativa ufficiale al Consiglio superiore della magistratura in cui ricostruisce tutte le vicende relative a Banca Etruria. È questo il senso della lettera che il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi ha inviato al Csm. Un testo che ricalca quanto già scritto da lui al procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, per l'apertura dell'Anno giudiziario, dove venivano ricordati i tanti tentativi di delegittimare »l'ufficio e la mia persona« in maniera »sistematica e con pretestuosità«. Nella lettera, di cui ha parlato oggi il Tgr Rai della Toscana, inviata lo scorso 22 gennaio, Rossi ricorda lo svilupparsi delle indagini, »estremamente complesse e vaste«, che hanno accompagnato un'inchiesta »condotta con rigore ed abnegazione«, che in poco più di un anno, hanno portato »a depositare le richieste di rinvio a giudizio per gravi fatti di bancarotta a carico di 31 imputati e con circa 2.500 parti civili«. Tutto questo, però, aggiunge il procuratore, è stato accompagnato da »una campagna portata avanti da alcuni organi di stampa tesa a delegittimare e a condizionare l'attività di questo ufficio« con »attacchi personali e insulti«, spiega, »senza peraltro che nessuno di costoro potesse muovere una censura di alcun tipo alle modalità di conduzione delle indagini, ai tempi di svolgimento delle stesse, al rispetto delle garanzie difensive«. Tutti tentativi di delegittimazione, »di condizionare l'attività giurisdizionale di questo ufficio«, conclude Rossi.