"Profughi, da mesi senza risorse": lo sfogo delle associazioni non pagate

Centofiori: «Situazione difficile ma siamo fiduciosi che si sblocchi. Da mesi anticipiamo tutte le spese»

ACCOGLIENZA E PROTESTE L’arrivo di  migranti a  Badia Tedalda scatenò un’ondata di polemiche

ACCOGLIENZA E PROTESTE L’arrivo di migranti a Badia Tedalda scatenò un’ondata di polemiche

Arezzo, 27 ottobre 2016 - Da mesi si occupano dell’accoglienza dei migranti. A stretto contatto con la Prefettura, decine di associazioni del territorio hanno contribuito a creare quel modello di accoglienza diffusa che fino a qui ha evitato che ci fossero problemi tra migranti e cittadini. Da mesi, almeno sei, non riscuotono un euro perché il ministero è in ritardo con i pagamenti. Di questo problema abbiamo parlato assieme ai responsabili della Rti Centofiori, che aggrega diverse realtà che si occupano anche di accoglienza ai migranti: «In quanto soggetti che lavorano spesso con il pubblico siamo abituati, purtroppo, ai ritardi. Tuttavia, la nostra collaborazione con la Prefettura in questi mesi è stata molto proficua, ci hanno detto che la situazione si è sbloccata e quindi siamo fiduciosi». Nel frattempo, però, le associazioni hanno dovuto anticipare tutte le spese, dall’affitto degli appartamenti, ai vestiti, dal vitto alle utenze: «Noi abbiamo scelto un modello di accoglienza che predilige i piccoli insediamenti, quindi abbiamo sistemato cinque persone in una città, altre cinque o sei da un’altra parte e così via. Gli appartamenti li abbiamo reperiti sul mercato immobiliare, perciò siamo noi che ci occupiamo di pagare i proprietari e via dicendo. Ci è stato possibile in quanto realtà strutturata e con una base finanziaria, altrimenti sarebbe stato un bel problema». Un problema che altre associazioni più piccole stanno affrontando con affanno. Si parla spesso di business dei migranti, ma dalla Rti Centofiori precisano: «I conti si fanno presto, consideriamo i quasi 35 euro al giorno per migrante, con quei soldi si pagano l’affitto, la spesa, le professionalità che si occupano di tenere i corsi per i migrati, da quello di italiano in poi e si vede subito di quale business parliamo. Piuttosto, diciamo che sono risorse che ricadono sul territorio».

Meno serafico Stefano Mugnaini della cooperativa Servizi Toscani: «Siamo rimasti oggettivamente spiazzati da questa situazione, perché ci era stato detto che i pagamenti sarebbero stati a trenta giorni, poi in sede di stipula del contratto ci hanno fatto capire che potevano essere anche sessanta. Di fatto da otto mesi non arriva un euro. Contiamo anche che ci sono oneri finanziari pesantissimi, perché un conto è chiedere in banca un prestito a breve e un conto è chiederlo più lungo». Non è pentito Mugnaini ma amareggiato sì: «La cosa devastante è non sapere neanche quando arriveranno, quei soldi. Abbiamo anche noi dei fornitori che dobbiamo pagare, possiamo chiedere di aspettarci ma dopo otto mesi non possiamo fare altro che frugarci in tasca e saldare i conti. La corda è tiratissima».

di Dory d'Anzeo