Bond Etruria a rischio: la Finanza sente alto dirigente della Consob

Marcello Minenna è stato a capo dell'ufficio scenari probabilistici. Se fossero stati applicati quelli (cancellati da Vegas) quasi impossibile piazzare il 97% dell'ultima subordinate (ottobre 2013) al grande pubblico

Marcello Minenna

Marcello Minenna

Arezzo, 15 giugno 2016 - Lui, docente universitario di matematica finanziaria, era a capo dell'ufficio scenario probabilistici di Consob. Per questo Marcello Minenna è stato sentito dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Firenze nell'ambito dell'inchiesta per truffa sui bond subordinati di Etruria condotta dalla procura di Arezzo. L'ipotesi è: se gli scenari di calcoli probabilistici fossero stati applicati nel caso di Bpel, sarebbe la banca riuscita a piazzare i suoi titoli presso il grande pubblico oppure gli investitori si sarebbero accorti del rischio che correvano?

Gli scenari di calcolo probabilistico sono quello strumento che consente di delineare quale sia il grado di pericolosità di un bond, dicono in sostanza quante probabiltà ci sono di guadagnare o di perdere il capitale o parte di esso investendo su un determinato titolo. Un meccanismo che era stato introdotto dalla Consob intorno al 2008-2009 e che è stato poi cancellato nel 2011. A quanto pare in seguito a una lettera del nuovo presidente Giuseppe Vegas. Il documento è stato mostrato in Tv dalla trasmissione di Rai Tre Report e sulla base di esso Milena Gabanelli, coordinatrice del programma, ha chiesto appunto le dimissioni del presidente, poi oggetto di un duro attacco da parte del nuovo ministro dello sviluppo economico Giacomo Calenda. Il governo in sostanza pare intenzionato a ottenerne il ritiro, rimproverandogli il modo in cui ha gestito il caso Etruria.

Minenna ha denunciato a più riprese di essere stato oggetto di un ridimensionamento da parte di Vegas dopo che erano stati accantonati gli scenari probabilisti e smantellato l'ufficio che se ne occupava da lui diretto. Eppure, è il ragionamento, se il calcolo probabilistico fosse esistito ancora, Banca Etruria non sarebbe riuscita a far passare l'emissione dei propri bond come un'operazione a basso rischio e dunque conforme ai Mifid di gran parte dei risparmiatori. In particolare, l'ultima emissione, dell'ottobre 2013, per un valore di 60 milioni, fu collocata per il 97 per cento al grande pubblico, quello che dopo l'azzeramento di novembre protesta di essere stato truffato.

E' su questo appunto che indaga il pool dei Pm della procura: la banca trovò il pertugio per aggirare la normativa sulla rischiosità dei titoli e piazzare dunque i bond al pubblico indistinto? Nel mirino, dunque, c'è il comportamento di Etruria, non quello di Consob, perchè in tal caso indagare spetterebbe alla procura di Roma dove Consob ha sede.