“La montagna di fuoco”, Margherita Lollini racconta l’eccidio di Stazzema

Un dialogo fortemente necessario, ma mai esistito, quello tra Marisa Pieri e suo babbo Angelo, sopravvissuto alla strage

La traslazione delle salme delle vittime della strage nazista di S.Anna di Stazzema

La traslazione delle salme delle vittime della strage nazista di S.Anna di Stazzema

Stazzema (Lucca), 26 marzo 2024 – Un piccolo quaderno dalla copertina nera, nascosto tra le bollette e i documenti nel comò dei genitori. Pagine vergate con una calligrafia chiara. In quelle righe, scritte dal padre Angelo, Marisa Pieri trova il racconto di una delle pagine più dolorose della storia della Seconda Guerra Mondiale, quella della strage di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, nella quale rimasero uccisi 560 civili. 

"La montagna di fuoco” è il libro di Margherita Lollini che racconta l’eccidio di Stazzema. Un dialogo fortemente necessario, ma mai esistito, quello tra Marisa Pieri e suo babbo Angelo, sopravvissuto alla strage di Sant’Anna di Stazzema. Eppure, cosa avrebbero potuto raccontarsi padre e figlia a così tanti anni di distanza da quel tragico giorno?

Questo libro ricostruisce questa parte mancante alla luce di un ritrovamento improvviso, avvenuto dopo la morte di Angelo: Marisa Pieri ha scoperto il diario di suo padre, che ha ricostruito nero su bianco il dolore struggente per avere perso nella strage la sua prima famiglia, formata da sua moglie e dai due piccoli figli, Marisa e Roberto. Quella di Angelo è una sofferenza sigillata nel silenzio: quella di un marito e di un padre che ha perso tutto, anche se stesso, per mano della barbarie nazifascista che rese Sant’Anna di Stazzema un calvario a cielo aperto. In quel giorno lontano, ma sempre presente, in cui essa si trasformò nella montagna di fuoco.