Omelia contro i clienti delle prostitute. Bufera su don Giorgio e i "ricchi viareggini"

Il parroco: "Pensiamo a chi ci guadagna, come per la droga"

Don Giorgio Simonetti

Don Giorgio Simonetti

Massarosa, 25 settembre 2018 - Un gioco molto gettonato quando eravamo piccoli era il ‘telefono senza fili’, che insegnava come, passando di bocca in bocca, una frase subisse manipolazioni inconsapevoli fino ad assumere un senso completamente diverso. Traslando questa esperienza nella vita di tutti i giorni, è quello che accade in modo esponenziale sui social. Dove da un paio di giorni don Giorgio Simonetti, parroco di Massarosa, è finito al centro delle critiche per una frase estrapolata dall’omelia domenicale e riportata da un fedele: "La presenza sulle strade del comune di Massarosa di numerose prostitute è favorita e alimentata dalla frequentazione di molti ricchi viareggini, ai quali i carabinieri farebbero meglio a sequestrare i lauti conti bancari".

Qualcuno è saltato sulla sedia. Ma don Giorgio assicura che il senso non era quello. "Ho detto una cosa inversa – spiega –; intanto, non avendo prove, vado per illazioni e chiacchierate informali di tanti anni fa. Io sono nativo di Torre del Lago e quando ero bimbo ci chiedevamo da dove venissero tutte le prostitute che vedevamo lungo le strade e perché non si arginasse la cosa. Una persona ci fece riflettere, dicendo che una retata di una notte può metter dentro qualcuno, ma il fenomeno è così forte che dopo poco ritorna".

Preambolo necessario per capire il senso del ragionamento: "Bisognerebbe fermare chi veramente incassa, chi lavora nell’ombra, e sono probabilmente persone locali – continua don Giorgio –; ho fatto un collegamento con il mondo dello spaccio che usa immigrati e persone in difficolta. Chi ci guadagna sul serio? C’è dietro qualcuno che tira le fila: l’omelia era impostata in questo senso. Anche verso di noi è stata mossa l’accusa di far parte del ‘business degli immigrati’ per i locali che abbiamo concesso ai richiedenti asilo, ma è Gesù Cristo che dice di mettere i piccoli e i poveri al centro della nostra attività. Ho deciso di entrare nell’argomento perché l’ultima lettera del Papa, del 20 settembre scorso, parlava proprio del ‘business dei migranti’. C’è un parallelismo tra le prostitute (che spesso vengono da situazioni povere e disagiate) e gli spacciatori: dietro hanno qualcuno che ci specula sopra e manda avanti le pedine sacrificabili, che sono quasi sempre i poveri o gli immigrati".