"Non siamo fannulloni, ma nemmeno muli"

Bar, ristoranti, hotel e bagni non trovano personale. "Però a me pagavano 6 ore e mezza di turno, e me ne facevano lavorare 13"

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Le lamentele dell’imprenditoria turistica non si placano: "Mancano chef, baristi e soprattutto camerieri, e noi siamo in enorme difficoltà. I ragazzi vengono ai colloqui con delle pretese fuori contesto; evidentemente preferiscono il reddito di cittadinanza".

I sindacalisti negano e rigettano le accuse sulle aziende. Perché a giugno, basta guardare il "Trovalavoro", ancora cercano mansioni di ogni tipo? La pandemia, e i dubbi sulle rassicurazioni del Governo, hanno ritardato le assunzioni. Per di più spesso i contratti sono brevi, rinnovabili a seconda di come va il virus, e c’è anche chi si approfitta della disoccupazione proponendo l’assicurazione part-time per un impegno ben oltre le 8 ore.

Tra chi punta il dito su contratti non accettabili moralmente, fisicamente ed economicamente c’è F.G., barista di Viareggio non ancora 30enne, che da anni fa la stagione e racconta la propria esperienza: "La verità è che troppo spesso ho firmato contratti che palesemente non rispettavano i dettami di legge ma l’ho fatto perché comunque bisogna lavorare". Il suo storico è infatti fatto di tanti lavori stagionali incuranti delle regole: “Per fortuna l’attuale contratto è perfettamente in regola ma anni fa, ad esempio, avevo un contratto forfettario di 1.400 euro, comprensivo di Tfr, e ero assicurata per 6 ore e mezza nonostante ne lavorassi esattamente il doppio. E quelle ore fuori contratto, con sprezzante non curanza, non venivano mica pagate. Affermare che ci siano troppi datori di lavoro che con la scusa del lavoro stagionale ti fanno lavorare oltre l’orario del contratto è la pura verità. Ed è un contratto che prevede mansioni che uno non dovrebbe svolgere, e che non rispecchia il curriculum lavorativo, scolastico, universitario. "Io ad esempio sono laureata ma in tante occasioni mi hanno proposto un contratto valido per chi aveva la terza media".

"I ragazzi non sono fannulloni – conclude F.G. – e nemmeno si sono imborghesiti, invogliati da fantomatici redditi statali con i quali non è certo possibile vivere ma al massimo sopravvivere. Semplicemente si informano, vanno ai colloqui preparati e giustamente non sono più così disponibili a chinare la testa. Si dice tanto che i giovani siano il futuro della nazione ma non vengono rispettati ed anche i sindacati, tanto attenti a conservare i diritti acquisiti, sembrano essersi dimenticati della loro esistenza". E non parliamo dei lavoratori di mezza età: che quasi nessuno vuole, e che non riescono ad arrivare alla pensione.

Sergio Iacopetti