Le prime due edizioni a Viareggio Che poi si fece scippare il Festival

Valleroni e Bernardini lanciarono la manifestazione, che qui non fu capita

Tutti gli anni quando arriva il Festival di Sanremo in città emerge la recriminazione per quello che poteva essere e non è stato. Ovvero che il Festival della Canzone italiana venne tenuto a battesimo da noi nel 1948 e nel 1949. Poi nel 1950 l’allora Azienda autonoma di soggiorno e turismo decise di staccare definitivamente la spina e la grande idea trovò la sua consacrazione in Liguria. Celeberrima, in senso negativo, la battuta dell’allora direttore dell’Aast marchese Bottini: “Ma chi sono questi pazzi che cantano? Non bastano le canzoni del Carnevale?”. Con quelle 50mila lire dell’epoca si preferì sovvenzionare un’esposizione canina e la palla venne prese al balzo da Pier Busseti che gestiva il Casinò di Sanremo ed era in vacanza al Principe di Piemonte. Acquisì il marchio e lo portò nella riviera dei fiori.

Il 29 gennaio 1951 si alzò il sipario sulla prima edizione che venne vinta da Nilla Pizzi. A Viareggio rimasero la rassegna cinofila e la rabbia di aver perso l’ennesima occasione, nata dall’intraprendenza di Aldo Valleroni (foto) e Sergio Bernardini. Il loro Festival fu una ribalta di brani inediti per l’estate. Bernardini mise a disposizione il locale che gestiva, la Capannina del Marco Polo. Nel 1948 la prima edizione curata anche da Ruggero Righini, Aldo Angelici, Silvio Da Rovere e Giancarlo Fusco. La Rai con la radio seguì la finale che andò in onda perché da Camp Darby arrivarono degli accumulatori elettrici necessari per la diretta e vinse Pino Moschini con “Serenata al primo amore”. Già nella seconda edizione il contributo dell’Azienda autonoma venne meno e Bernardini dovette fare tutto da solo, dal punto di vista economico. Vinse “Il topo di campagna”, interpretato da Gastone Parigi, brano scritto da Valleroni. Ma l’avventura era finita come il sogno di fare di Viareggio quello che adesso è Sanremo. Tra mille rimpianti.

Enrico Salvadori