
La vita impossibile dei pendolari. In troppi camminano sui binari. Treni a rilento a Torre del Lago
"Qui è così. I treni rallentano, e bisogna sperare che non si fermino. Altrimenti non si sa mai a che ora si arriverà a casa". La signora di fronte a noi – sulla sessantina, con un simpatico accento labronico –, che fin lì ha tenuto banco con allegria, si rabbuia all’improvviso. Siamo sul treno partito da Viareggio in direzione di Pisa e abbiamo da poco superato la stazione di Torre del Lago. È il primo pomeriggio, siamo a ridosso della Bufalina... e i pendolari sanno fin troppo bene cosa aspettarsi.
Da anni, per chi viaggia sulla dorsale tirrenica, la Bufalina ha lo stesso valore dell’Adda per Renzo Tramaglino: passata quella, il peggio è alle spalle. Colpa dei traffici portati avanti alla luce del sole, o al limite cercando quel po’ di riparo che la pineta può offrire: droga, soprattutto, Ma pure prostituzione. "Anche se oggi, di ragazze, se ne vedono meno – racconta infervorata la nostra compagna di viaggio –; però basta guardare fuori dal finestrino per vedere le tracce dei ’commerci’". Indica col dito, e in effetti basta un’occhiata per rendersi conto del degrado dell’area: bottiglie di vetro rotte, cartacce, lo scheletro di una bicicletta arrugginita. Degrado a immondizia. E a un certo punto, un paio di persone con occhiali da sole e vestiti scuri che camminano a pochi passi dai binari, e che strappano un ringhio sommesso alla pendolare livornese di fronte a noi.
"Non si può andare avanti così – continua –, almeno una volta a settimana il treno si ferma perché questi attraversano i binari, Una volta a settimana, capito? Per fortuna, spesso mio marito è già a Pisa e andiamo a casa insieme. Altrimenti, mi saltano tutte le coincidenze". Stavolta no: il treno rallenta, la signora trattiene il respiro per qualche secondo... ma il convoglio non si ferma, e lentamente riprende velocità.
"La cosa che mi fa innervosire di più è quando annunciano il ritardo ’per la presenza di estranei sui binari’ – continua –; deh, come se fosse una cosa normale. Per fortuna, noi siamo persone pazienti". Rientrato l’allarme, sorpassati i due pedoni, si fila via verso Pisa. Ormai, però, il tema dei ritardi è deflagrato. Ognuno dei passeggeri ha il suo aneddoto personale. C’è pure chi pensa che i pusher, il cui mercato è la prima causa dei ritardi sulla linea, se la passino male: "Ho visto uno pagare con cappuccino e brioche". C’è crisi. In attesa di quella di nervi, di chi si vede rubare ore di vita.
DanMan