La verità per i 32 morti. Il Procuratore generale: "Confermate le condanne. I ricorsi vanno respinti"

Impianto accusatorio ribadito nella requisitoria: "Il disastro poteva essere evitato". Nella prossima udienza (18 dicembre) parlano le difese. La sentenza attesa per il 15 gennaio.

Respingere tutti i ricorsi e, pertanto, confermare tutte le condanne inflitte nell’appello bis. È questa in estrema sintesi la conclusione del Procuratore Generale Pietro Molino affiancato in aula anche dall’avvocato generale Pasquale Fimiani a conclusione del suo intervento nel primo pomeriggio di ieri nell’aula magna del Palazzaccio dove è iniziato il processo di Cassazione bis relativo alla strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, dove morirono 32 persone, i cui familiari, hanno dato vita a un presidio a partire dalle 10.

Il processo si è aperto ieri mattina con il lungo intervento del Relatore che illustrato alla Corte (Gastone Andreazza presidente, Andrea Gentili, Luca Semeraro, Giuseppe Noviello, Alessandro Maria Andronio Consiglieri) quanto avvenuto la notte del 29 giugno a Viareggio a seguito del deragliamento di un treno merci che trasportava gpl e, soprattutto, ha ripercorso le tappe di ogni singolo procedimento giudiziario, partendo dal primo grado ospitato al Palafiere di Lucca per passare dal Primo processo di Appello, dalla Cassazione e successivamente dall’Appello bis. Una lunga relazione che, di fatto, ha occupato tutta la mattina di lavoro.

Dopo la breve pausa pranzo, è stato il procuratore generale Pietro Molino a prendere la parola. In un’orazione durata poco più di un’ora ha demolito i ricorsi presentati dalle difese e ribadito la legittimità dell’impalcatura accusatoria – sostenuta in tutti i gradi di giudizio dal Pm Salvatore Giannino e Giuseppe Amodeo – che ha portato alla condanna nell’appello bis di 13 dei 16 imputati. Condanne che hanno riguardato – come si sa – i colletti bianchi e i vertici delle aziende sotto accusa, a iniziare da Mauro Moretti, plenipotenziario delle Ferrovie italiane e del suo braccio destro Michele Mario Elia. "Una corretta tracciatura dei carri – ha ribadito in aula il procuratore generale, alludendo al profilo di colpa per cui Moretti ed Elia sono stati condannati nell’Appello bis – e una verifica delle relative procedure di manutenzione avrebbe fatto emergere non solo la difettosità del carro specifico, ma la non rispondenza dei carri esteri agli standard manutentivi interni e conseguentemente la loro inidoneità alla circolazione sul territorio nazionale". Un macigno scagliato contro i vertici delle Ferrovie italiane dell’epoca. Un passo decisamente in avanti rispetto alla prima Cassazione, quando il Procuratore generale – era il 2 dicembre del 2020 – parlò di una strage che aveva dei colpevoli, ma che fra questi colpevoli non poteva esserci Moretti, per il quale chiese il rinvio a nuovo processo in Appello.

E riguardo ai tempi lunghi di prescrizione del disastro colposo, il procuratore generale ieri ha chiosato che: "il legislatore ha inteso formulare specifiche figure di reato (e non delle circostanze aggravanti) in relazione al diverso grado di esposizione al pericolo della pubblica incolumità". Come accade appunto quando un treno merci trasportante gpl attraversi una stazione ferroviaria a quasi 100 chilometri orari.

Alla fine della requisitoria della pubblica accusa hanno preso la parola gli avvocati di parte civile, ognuno dei quali ha affrontato un tema specifico. In particolare gli avvocati Riccardo Carloni e Gabriele Dalle Luche, si sono soffermato sul ruolo proprio di Moretti. Carloni ha sottolineato che "Moretti è già sottoposto a un giudicato parziale perché ritenuto responsabile sul fronte della tracciabilità. E ha una doppia responsabilità in quanto amministratore di Rfi prima e della holding Fs, poi". E proprio sul ruolo rivestito a capo della holding si è invece soffermato l’avvocato Dalle Luche: "È stato dimostrato a più livelli che quella holding non era semplicemente una finanziaria con compiti di indirizzo, ma aveva un ruolo operativo e dontrollo sulle società consorelle".

Prossima udienza il 18 dicembre con gli interventi delle difese. La sentenza è attesa per il 15 gennaio.

Paolo Di Grazia