Italian Sea Group si aggiudica la “Perini” L’azienda venduta a 80 milioni di euro

Già oggi i sindacati prenderanno contatto con la nuova proprietà. Ora si pensa al futuro e a mettere in sicurezza i dipendenti

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Sono le 16,31 quando i pochi pescatori che affrontano il freddo pomeriggio invernale alzano lo sguardo verso la terrazza della sede di Perini Navi. Un attimo prima, dalla sala adiacente, si è levato un applauso scrosciante. E’ la fumata bianca. Perini Navi è stata aggiudicata all’asta. Ad aggiudicarsela è la New Sail, controllata al cento per cento da Italian Sea Group di Giovanni Costantino: l’offerta finale e decisiva è stata di 80 milioni di euro. La giornata campale che ha scritto il futuro dello storico marchio si è aperta nel primo pomeriggio, alla sede di via Coppino. Dopo la lettura del verbale e la constatazione della conformità delle offerte arrivate dai due ’contendenti’ di giornata - oltre alla New Sail, in corsa per acquisire Perini Navi c’era Restart, una joint venture paritetica composta da Ferretti Group e Sanlorenzo -, si è passati all’asta vera e propria, che è stata serratissima. Tempo di rilancio: un minuto, invece dei canonici tre.

La base d’asta era stata fissata a 47 milioni di euro - derivanti dai 17 milioni del cantiere navale di Viareggio, i 16 di quello spezzino, un milione e mezzo per un’imbarcazione in costruzione e quasi 10 milioni per il marchio -, ma l’apertura della busta busta di Sea Group ha alzato l’asticella a 48 milioni e 100.001 euro. Il primo rilancio di Ferretti è stato a 52 milioni; e si è andati avanti con rilanci di un milione alla volta fino ai 55 di Sea Group. Da quel momento, Restart ha sempre rilanciato al ’minimo’ previsto di 500mila euro, mentre Sea Group ha messo in campo una strategia molto più offensiva: 57 milioni, poi 59, poi 65, poi 67, poi 70, poi 73, poi 75, poi 77 e infine gli 80 decisivi.

Pochi minuti dopo i tre rintocchi del martelletto, le ’pattuglie’ presenti sono uscite: volti dimessi da un lato - per Restart c’era il patron di Sanlorenzo Massimo Perotti -; euforia dall’altro: con patron Costantino (che ha preferito non commentare a caldo l’acquisizione di Perini Navi: "Scusatemi, sono distrutto"), stanco ma visibilmente felice, c’erano il figlio Gianmario, giovane 20enne studente alla Bocconi, l’avvocato Tommaso Bertuccelli, membro del cda del gruppo e uomo di fiducia del patron e il presidente del Cfo Filippo Menchetti.

Archiviata la pratica dell’acquisizione, ora è tempo di pensare al futuro della Perini Navi e dei suoi dipendenti, una settantina di persone in tutto, attualmente in cassa integrazione e che sperano di riprendere l’attività il prima possibile. Per questo, già da oggi i sindacati prenderanno contatti con la nuova proprietà per capire quali possano essere le strategie di rilancio del marchio, e soprattutto quali siano le proposte per mettere al riparo i dipendenti dello storico cantiere viareggino tramite un apposito piano industriale. Una strategia, in questo senso, verrà delineata non appena saranno chiarite le intenzioni della nuova proprietà, e quindi dopo i primi imprescindibili confronti. Anche se è lecito supporre che un punto di partenza non negoziabile, per le sigle, sia la prospettiva - peraltro già presente nel bando d’asta - di non spostare la produzione da Viareggio. Già oggi, dunque, si dovrebbero iniziare a intravvedere i primi passi del sentiero che sarà imboccato da Perin Navi sotto l’egida del nuovo corso targato Italian Sea Groupi.

DanMan