E’ il “The End“ dei cinema? "Si salvano solo i multisala"

Larini analizza la crisi che ha visto chiudere Eolo, Politeama, Eden e Odeon "Lo spettatore adesso vuole scegliere, ma qui ogni progetto è stato bocciato"

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"Questa città non è più una piazza cinematografica". Lo afferma Fabrizio Larini, proprietario dei cinema Centrale e Goldoni. Una alla volta i cinema hanno chiuso i battenti per lasciare spazio a fondi chiusi o grandi catene. In principio è stato l’Eolo, poi il Politeama e a seguire dopo la pandemia Eden e Odeon. I fondi sfitti si trovano come spettatori addormentati, invitati a una festa che non è la loro. Il Politeama fa la parte del protagonista, abbandonato e transennato. Se questa è ormai storia, il resto è cronaca. Viareggio, seconda piazza toscana per sbigliettamento, si è ritrovata fanalino di coda. Se tornasse anche una manifestazione come Europacinema, si scontrerebbe con la tragica realtà: non ci sono abbastanza sale.

"Il singolo cinema non funziona più — spiega Larini — oggi lo spettatore vuole avere la possibilità di scegliere. La multisala è quella che si presta meglio alle nuove esigenze. Comodità, più spettacoli, più orari, parcheggi, questo è quello che serve. Una sola sala con 700 posti oggi non è più sostenibile". La città ha perso quello che viene chiamato appeal cinematografico. "Più schermi ci sono, più è attraente anche per chi viene da fuori — sottolinea l’imprenditore — purtroppo a Viareggio non è stato possibile realizzare la multisala. La nostra idea era di farla su un terreno vicino alla Cittadella del Carnevale, nonostante l’iter fosse partito poi si è bloccato. All’Eden invece il progetto è stato bocciato dalla Soprintendenza. Viareggio non ha saputo tenere il passo rispetto a altre piazze, anche vicine, che hanno più sale".

E poi gli effetti della pandemia: "Rispetto al 2019 c’è stato un calo del 50%. Il 2019 era stato un buon anno per le sale, così come l’inizio del 2020 con l’ultimo film di Checco Zalone. Quello che ha inciso molto in questo inverno sono state le chiusure dei bar all’interno dei cinema, che non si potesse consumare niente in sala, e soprattutto la mascherina Ffp2. Si è venuta a creare un po’ di paura e tutto si è bloccato. Come esercenti abbiamo sempre ribadito che le sale sono luoghi sicuri, per questo ci auguriamo che in autunno queste restrizioni non vengano riproposte". Altro capitolo il prodotto. "Il Covid ha inciso sulla produzione degli studios, tant’è che per un ritorno con grosse produzioni bisognerà aspettare il 2023. Nei prossimi mesi ci saranno due film di richiamo: i Minions a agosto e Avatar a dicembre. Quando il prodotto c’è, le persone vengono al cinema, lo abbiamo visto con Spiderman e con Top Gun che ha incassato in tutta Italia 12 milioni a maggio, un mese in cui le presenze al cinema iniziano a calare. Lo stesso vale per Jurassic World che ne ha incassati 9".

Non aiuta, inoltre, la produzione italiana. "E’ un panorama di chiari e scuri si punta sulla quantità, si scrive il copione di corsa, c’è un numero di film esorbitante rispetto alla capacità di assorbimento del mercato. La qualità non è quella che ci si aspetta dal cinema italiano. È un boomerang quando c’è il confronto con le sale, ed è una bolla: speriamo che non scoppi", ha sostenuto nei giorni scorsi Alberto Barbera, direttore della Mostra internazionale del cinema di Venezia. Parole confermate anche da Larini: "Bisognerebbe investire di più sulla qualità, si torna sempre al solito punto: se c’è il prodotto il cinema va". L’imprenditore non vede grossi rischi dalle piattaforme tv: "Queste hanno bisogno delle sale, perché con l’uscita nei cinema riescono a rientrare nei costi in tempi brevi. Cosa che l’abbonamento alla singola piattaforma non consente. Poi c’è stato l’accordo sui 90 giorni tra l’uscita nelle sale e lo sbarco sulla piattaforma. Però da parte degli esercenti ci sono tante visioni diverse. Ma noi comunque siamo sicuri che lo spettatore il film preferisce vederlo al cinema". "Vedere Il Padrino sul cellulare o in tv o al pc da solo sul divano significa negare l’intera esistenza del cinema", ha affermato Woody Allen.

Alice Gugliantini