"Cava Fornace va chiusa subito". Forte dei Marmi non vuole trattare: "A rischio l’economia turistica"

Il consigliere all’ambiente Ghiselli ha espresso una posizione ferma riguardo il futuro del sito "Negli anni Ottanta le ditte conferivano al Brentino: poi non si è mai voluta trovare idonea alternativa".

"Cava Fornace va chiusa subito". Forte dei Marmi non vuole trattare: "A rischio l’economia turistica"

"Cava Fornace va chiusa subito". Forte dei Marmi non vuole trattare: "A rischio l’economia turistica"

"Nessuna mediazione per Cava Fornace. Deve chiudere, altrimenti metterà a rischio l’economia turistica". Il delegato all’ambiente, Enrico Ghiselli, al tavolo tra comuni della Versilia ha espresso parole ferme ("Forte dei Marmi vuole lo stop senza ’se’ e senza ’ma’") sulla posizione dell’amministrazione in merito al futuro della discarica. "L’ipotesi di mantenimento di quel sito non può trovarci consenzienti e su questo siamo irremovibili – ha rimarcato Ghiselli – e lo riteniamo, come dimostrato da studi dell’Università di Pisa, inidoneo per qualsiasi tipo di discarica visto che è su terreno casico, su una faglia e con sottostanti due falde, una superficiale e una profonda. Qualsiasi criticità mette in discussione tutta l’economia turistica e quindi, pur comprendendo il disagio per le aziende per il fatto di non avere più a disposizione la discarica del Brentino, rieniamo che si debba urgentemente trovare una soluzione. Del resto quella del Brentino fu una scelta adottata negli anni Ottanta, quindi doveva essere prevista un‘alternativa, invece si è preferito perdere del tempo e sedersi sugli allori".

Il delegato Ghiselli ha posto sul tavolo della discussione un’ipotesi percorribile da attuare in tempi stretti. "Il primo passo è la chiusura della discarica – insiste Ghiselli – e poi possiamo trovare una soluzione con gli industriali che dovranno far riferimento a mete più lontane. Enti locali e Regione potranno ragionare assieme su forme di defiscalizzazione degli extra oneri derivanti dalla necessità di avere un sito non più così in prossimità. Allo stesso tempo però da parte delle aziende dovrà essere avviato un lavoro di ricerca, anche con start up, per diversificare i residui industriali e vedere quali potranno essere recuperati e quali invece no. Differenziare i materiale di scarto è fondamentale e potranno essere affidati a società specializzate studi per valutare il parziale recupero dei materiali di escavazione o segagione. Del resto – conclude Enrico Ghiselli – è dovere del privato operare sempre in linea con la difesa dell’ambiente e degli altri tipi di economia. Ricordo che l’occupazione del lapideo è limitata, mentre quella turistica è molto diffusa e metterla in ginocchio significherebbe paralizzare l’intera Versilia".

Francesca Navari