Caffè amaro per due amici. Lui condannato per usura

L’uomo, rappresentante di commercio, riforniva il bar di un’ex compagna d’infanzia

VIAREGGIO

Si conoscevano fin da ragazzi e avevano continuato a frequentarsi, anche per motivi di lavoro, in età adulta. Ma poi la loro amicizia di lunga data è sfociata nelle aule di Tribunale. Quello civile e quello penale. Con esiti contrapposti. E così un rappresentante di caffè di Viareggio è stato condannato in Tribunale a Lucca per usura a due anni e 4 mesi. Ma il suo legale di fiducia, l’avvocato Fabrizio Bartolini (foto) non ci sta ed è pronto a dare battaglia in Appello. "A mio avviso – dice – è stata commessa un’ingiustizia colossale. Anzi, la vera vittima di questa complicata vicenda è il mio assistito".

I fatti risalgono a una decina di anni fa quando il rappresentante di caffè effettua una fornitura a un bar di Viareggio la cui titolare è una sua amica di vecchia data. Lei gli dice che non può far fronte al pagamento della fornitura, così lui le propone di rateizzare in rate da 400 euro al mese. Ma queste rate non vengono poi onorate e così il debito cresce a dismisura fino a diventare di circa 30 mila euro.

In un’agenda di lei, lui annotava il conteggio ogni mese che passava da 400 a 800 e così via. Ma perché se era lui a vantare il credito nei confronti della donna, è stata quest’ultima a denunciarlo per usura? "Perché – spiega l’avvocato Bartolini – la donna aveva promesso di ripagare il debito in un’unica soluzione chiedendo il prestito a una banca. Ma il prestito le venne negato e così il mio assistito, stufo di aspettare invano, aveva fatto un’ingiunzione di pagamento". A quel punto lei, per evitare di cadere nel pignoramento dei beni, ha denunciato il rappresentante per usura, cosa che ha di fatto bloccato per legge il pignoramento dei beni".

E come prova ha esibito in tribunale quell’agenda in cui veniva annotato di volta in volta il crescere del suo debito sostenendo che dall’iniziale prestito il rappresentato aveva poi messo tassi d’interesse da usura. "Trovo strano – ha concluso l’avvocato Bartolini – che il Tribunale di Lucca abbia accolto questa sua tesi quando abbiamo già due sentenze del Tribunale civile di primo grado e di Appello che invece danno ragione al mio assistito". Per questo si andrà in Appello anche nel processo penale.

Paolo Di Grazia