MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Anziana rapinata in Pineta. Banditi identificati grazie alle videocamere ad alta definizione

Quando la tecnologia moderna è al servizio delle forze dell’ordine. Poi gli investigatori da un lembo della catenina hanno ottenuto altri riscontri.

Gli agenti del Commissariato sono riusciti a risalire alla coppia di rapinatori in poche settimane

Gli agenti del Commissariato sono riusciti a risalire alla coppia di rapinatori in poche settimane

Una combinazione perfetta di tecnologia e di intuito investigativo ha permesso agli agenti del Commissariato di Viareggio di identificare i presunti responsabili della rapina avvenuta lo scorso 26 giugno, all’ingresso della Pineta di Ponente, ai danni di un’anziana che passeggiava sottobraccio alla sorella. In fuga dal caldo, in cerca di un po’ d’ombra. Ma quella che ha incrociato sulla sua strada è stata però l’oscurità più profonda, dalla quale non sarà facile liberarsi per poter tornare a quelle passeggiate. Senza paura.

Le telecamere pubbliche (che ad alta definizione riescono a restituire “fotografie“ nitide del contesto che inquadrano e dei profili che li attraversano) sono state infatti fondamentali per dare un volto alla coppia che quel pomeriggio seguì per diversi metri la donna, una viareggina di 89 anni, risalendo la via Vespucci. Fino all’esedra, la porta del parco. Mentre un lembo della collanina d’oro che l’anziana portava al collo, e che rimase tra le mani dell’uomo dopo il violento scippo che ha scosso quei giorni di inizio estate, ha consentito ai poliziotti di abbinare un nome ed un cognome a quei volti. Lui, A.A. ha 56 anni, origini spezzine ma è residente in Versilia; lei è S.G, una viraggina di 25 anni. Per entrambi, sulla base dei pesanti rilievi investigativi, l’autorità giudiziaria ha disposto gli arresti domiciliari.

Per pochi euro, secondo quanto ricostruito dalle indagini degli agenti, quel pomeriggio la coppia tampinò l’anziana per diversi metri. Aspettando il momento migliore, ovvero che intorno a lei non ci fosse nessuno, per agire. L’ottantanovenne venne così sorpresa alle spalle, sentì le mani dell’uomo afferrare e tirare con forza la catenina che portava al collo. Lei lasciò andare il bastone che sorreggeva i suoi passi per difendere quel ricordo prezioso, e a quel punto venne spinta a terra. Nella caduta si procurò la rottura del bacino e del femore; conseguenze contro cui, dopo una delicata operazione, deve ancora fare i conti in ospedale.

Le sue grida richiamarono tante persone, dai chioschi vicini, che si concentrarono sui soccorsi. E così la coppia, dopo la rapina, riuscì a dileguarsi senza dare troppo nell’occhio. Poche le indicazioni raccolte, attraverso la testimonianze, dagli agenti. Certi però che ad agire, quel pomeriggio, fu un uomo accompagnato da una giovane donna. E sulla base di quell’unico indizio sono cominciate le indagini.

I primi riscontri, come anticipato, sono arrivati dalle telecamere di videosorveglianza, che hanno inquadrato e “catturato“ la coppia appena prima della rapina. Mentre seguiva i passi dell’anziana. Ma le immagini non sono bastate per identificare i due. Ai loro nomi i poliziotti sono arrivati grazie ad un piccolo lembo della collana, che era rimasto in mano all’uomo durante lo strappo. Così sono cominciate le ricerche in tutti i “Compro Oro“ della zona, con la convinzione che il malvivente avrebbe cercato il modo di far fruttare quei pochi decigrammi d’oro presi con la forza. E che, in quel caso, qualche negoziante si sarebbe ricordato di quella particolare compravendita. Di quel lembo di collana. Ed è andata proprio così, come gli agenti avevano provato ad ipotizzare. Dai registri dell’attività i poliziotti sono dunque risaliti all’identità dell’uomo, e quindi anche della donna, assistita dall’avvocato Enrico Carboni, che quel pomeriggio del 26 giugno era con lui. I pesanti indizi hanno portato dunque l’autorità giudiziaria ad emettere l’ordine di custodia cautelare per entrambi, adesso agli arresti domiciliari. L’accusa è rapina pluriaggravata e lesioni gravissime.