
Giampiero Pardini
Lido di Camaiore (Lucca), 9 agosto 2016 - Una storia tutta toscana, quella della medaglia d'oro conquistata da Niccolò Campriani a Rio 2016 nella carabina 10 metri. Il tiratore fiorentino, infatti, spara con un'arma che lui stesso ha contribuito a far nascere, costruita (ma sì, creata rende meglio l'idea di che opera d'arte sia) dalla Pardini Armi di Lido di Camaiore.
Giampiero Pardini, nel suo ufficio di via Italica, è circondato da poster dellepassate olimpiadi, autografi, foto dei "suoi" tiratori. Aveva già festeggiato l'oro di Roberto Di Donna ad Atlanta '96, in una finale epica, passata alla storia della pistola. E poi Atene, Pechino, Londra, adesso Rio. Tanti sparano con le sue armi, e un motivo ci sarà. Ma il legame con il sestese Campriani è diverso, speciale, più profondo. Pardini ci racconta perché.
Pardini, come ha vissuto la medaglia d'oro di Rio?
Una grandissima soddisfazione, anche perché quella carabina (la Gpr 1 Top, ndr) è nata solo tre anni fa ma ha già vinto un titolo mondiale, uno europeo e uno olimpico. Niente male, direi...
Come è nata la collaborazione con Campriani?
Niccolò era studente di ingegneria negli Stati Uniti, doveva fare uno stage aziendale per preparare la sua tesi di laurea e decisedi venire qui da noi. Rimase per un mese, un mese nel quale nacque la carabina d'oro.
In realtà voi eravate specializzati nelle pistole, giusto?
Sì, le pistole accademiche erano la nostra produzione di punta, ci hanno portato molte medaglie olimpiche e non solo. Ma dato che Niccolò era qui, gli dissi: bene, hai vinto la medaglia a Londra, dammi i tuoi suggerimenti che noi ci mettiamo la nostra meccanica. Un connubio felice.
Quasi un matrimonio.
Sta a noi realizzare ciò che vuole il campione, io so cosa dargli anche perché io stesso sono stato tiratore in Nazionale. Ma l'impostazione è molto soggettiva, bisogna che ci sia uno scambio serrato di informazioni e alla fine è nata questa carabina.
E adesso?
In bocca al lupo, Niccolò!