di Daniele Cervino
Da bambino amava giocare a calcio. Poi ha preso in mano una racchetta e non l’ha più lasciata. Aveva appena sei anni quando varcò per la prima volta l’entrata dello Junior Tennis Perugia. E lì, sulla terra rossa, sotto gli ordini del coach Roberto Tarpani, Francesco Passaro ha iniziato la sua scalata. Nato e cresciuto a Perugia, il giovane campione oggi a 21 anni occupa la posizione nr. 144 del ranking mondiale, ottavo italiano in classifica. "Cerco di migliorare ogni giorno, lavoro sodo e non voglio fermarmi", dice. Nelle scorse settimane ha conquistato due medaglie d’oro ai Giochi del Mediterraneo, domenica ha vinto il primo titolo Atp in carriera al Challenger 100 di Trieste e ora mette nel mirino le qualificazioni agli Us Open di New York.
Passaro, te lo aspettavi?
"Sono andato a Trieste per vincere, è stato magnifico. Ho sofferto in avvio prima di uscire alla distanza. Sono contento della mia prestazione, la vittoria è merito di tutto il team".
Sei cresciuto molto: cos’è cambiato?
"Sono più maturo, ho fiducia in me stesso e nelle mie qualità. Penso che le cose fatte bene portano sempre a dei risultati".
Al tuo fianco, da sempre, c’è coach Roberto Tarpani.
"Ha creduto in me. Mi ha aiutato tantissimo, anche a modificare alcuni atteggiamenti sbagliati. Non ero costante".
Lo Junior Tennis Perugia è la tua famiglia: l’anno scorso è arrivata anche la storica promozione in serie A1.
"Per me è come una seconda casa, ho vissuto più tempo al Circolo tennistico che nella mia stanza. E’ davvero bello disputare il campionato a squadre, avere la gente che mi segue e incita a dare sempre di più. Perugia e l’Umbria sono straordinarie, la gente tifa per me e ne sono orgoglioso. Vincere il campionato è stata un’emozione indescrivibile. Il tennis è uno sport individuale, il torneo a squadre ti fa provare cose diverse. Si crea un gruppo, una famiglia. Condividere quei momenti con i miei amici e con tutto il circolo è stato qualcosa di unico, che porto nel cuore".
Passaro, sogni nel cassetto?
"Entrare nei primi cento tennisti al mondo, non voglio pormi limite. Voglio dare il massimo e raggiugere la migliore posizione, senza avere rimpianti. E spero un giorno di battere ’Cancilla’ (Francesco Cancellotti, ultimo umbro a vincere un titolo Atp e a giocare in uno Slam, ndr) , ma sarà dura. Ce la metterò tutta".
C’è un giocatore al quale ti rifai?
"Mi piace Thiem, ha un gioco simile al mio (al momento è dietro Passaro, 144 contro 199, ndr). Federer e Nadal idoli".
Ti sei allenato da poco anche con Sinner...
"E’ un grandissimo sportivo, una brava persona, è rimasto molto umile. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli, condividere il campo con lui, numero dieci al mondo, è un onore. Ci rispettiamo, ma scherziamo e ridiamo insieme spesso. E’ un punto di riferimento, ha lavorato molto in silenzio, un esempio da seguire".
Il tennis in Italia fa scuola...
"Il movimento è cresciuto tantissimo. Oggi, nei primi 15 under 21 al mondo, ci sono ben otto azzurri. E’ incredibile".
Anche l’Umbria non scherza...
"Si svolgono grandissimi eventi, come gli Internazionali di Perugia e di Todi, e il torneo femminile allo Junior, vetrine importanti che aiutano a far crescere questo splendido sport. Io spero di essere da esempio per tutti i ragazzini che prendono la racchetta per la prima volta".
Quante ore ti alleni al giorno?
"Durante le settimane che non disputo tornei, trascorro circa tre ore e mezza giocando a tennis e due ore le dedico alla preparazione atletica".
E il tempo libero?
"Non ne ho molto. Amo stare con la famiglia, godermi qui piccoli momenti di riposo, e cerco di divertirmi con gli amici, di provare a fare le cose che fanno i ragazzi della mia età, anche se non è semplice. Il tennis è la mia vita e non posso avere sbavature. Ce la metterò tutta per crescere". La scalata continua.