FRANCESCA MENCACCI
Sport

Costanza Laliscia: la giovane campionessa italiana di endurance equestre

Costanza Laliscia, campionessa di endurance, racconta la sua passione per i cavalli e i sacrifici per il successo.

Costanza Laliscia, stella dell’Endurance

Costanza Laliscia, stella dell’Endurance

Costanza Laliscia colleziona titoli da sempre. L’elenco dei successi è lunghissimo, così come quello dei sacrifici fatti per essere ai livelli più alti. "Ma rifarei tutto, non posso immaginarmi senza lo sport", racconta. Figlia d’arte, ha ereditato da papà Gianluca, campione del mondo nel 2005, la passione per i cavalli e per l’endurance, una disciplina che impone rigore, fatica ma che sviluppa grande sensibilità. Campionessa Europea di Endurance nel 2019, Costanza nel 2016, a soli 16 anni, diventa la più giovane Campionessa Italiana Assoluta nella storia dell’endurance equestre. In totale ha vinto 10 campionati Italiani e molte gare internazionali di massimo prestigio in un palmarès davvero raro. Costanza ha già indossato la maglia della Nazionale Italiana ben 10 volte e oggi, a 25 anni, è la giovane donna più in vista nel panorama della disciplina, dentro e fuori dall’Europa. "Sono nata in mezzo ai cavalli – spiega – vengo da una famiglia dove lo sport è pane quotidiano, per noi è uno stile di vita. Le gare mi fanno sentire viva, presente, mi danno gli stimoli per lavorare sodo tutti i giorni".

Tra i titoli vinti quale le ha dato più soddisfazione?

"Tutti. Poi dal 2021 seguo e gestisco la nostra scuderia: gli obiettivi raggiunti con i nostri cavalli dal 2021 a oggi sono stati ancora più importanti".

Ha dedicato la vita ai cavalli, sacrificando le cose normali delle adolescenti...

"Non mi è mai pesato ma nei periodi della scuola, a volte mi veniva fatto presente che c’ero poco, solo quando potevo andavo alle feste di compleanno delle amiche più strette, ho sicuramente rinunciato a dei momenti, ma questo mi è servito anche per fare una selezione delle persone che hanno capito la mia passione, con loro cercavo di esserci in altri modi".

Nel frattempo si è laureata.

"Nel 2021 alla triennale di scienze motorie a Perugia, sono stata velocissima, lo sport mi ha insegnato ad avere disciplina e quindi vado dritta per la mia strada senza scorciatoie ma velocemente. Poi ho preso in mano la scuderia e l’anno scorso ho ripreso gli studi con una magistrale, è una cosa mia, mi mancano pochi esami alla laurea".

La giornata tipo?

"Mi sveglio alle 6, oltre agli allenamenti mi dedico all’attività di formazione, abbiamo anche un’accademia e pensiamo a creare i talenti del domani. Insegno anche ai bambini di 5 anni e ai ragazzi".

Ora si appresta a vivere una competizione importante: come si vive da favorita?

"Cerco sempre di non pensarla così, a volte le persone pensano che sei favorita ma io non mi sento così, perché non solo sola, ho anche un cavallo, che non è sempre lo stesso, che fa la differenza: la performance non dipende solo da me ma anche dal cavallo che gestisco io, e questo è fondamentale. Penso che devo affrontare 160 km con un cavallo che non è sempre lo stesso, che è un essere vivente che non parla e che può avere dei problemi, ci sono tanti imprevisti e non sempre il favorito vince. Nel nostro sport il benessere del cavallo è al centro di tutto".

Con quale aspettative si sta preparando?

"Ho due cavalli ottima qualità, ho una buona possibilità di riuscita, poi ci sono tante variabili: gli avversari, il caldo torrido che dovremmo valutare".

Perché consiglierebbe questa disciplina?

"Tutte le discipline che ti mettono a contatto con il cavallo sono una scuola di vita. Non ci insegnano solo la disciplina e il sacrificio ma a rapportarci con un altro essere vivente che pensa quanto noi ma non parla. Insegna anche l’umiltà: io posso essere in forma ma dipendiamo dal cavallo, se ha anche un piccolo problema io devo farmi da parte perché lui è al centro di tutto".

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