Assisi, la "lampada della pace" alla Merkel. In basilica l'abbraccio con Prodi

La cancelliera ha preferito non commentare la formazione del nuovo governo italiano ma ha parlato delle tensioni internazionali

Angela Merkel ad Assisi (foto Ansa)

Angela Merkel ad Assisi (foto Ansa)

Assisi (Perugia), 12 maggio 2018 - Angela Merkel ad Assisi per ricevere la "lampada della pace". La cancelliera tedesca, dopo aver attraversato la navata centrale della basilica, è arrivata davanti all'altare dove in prima fila siede l'ex presidente del Consiglio e della Commissione europea Romano Prodi. Merkel lo ha abbracciato sorridendo. Tra i due c'è stato un breve scambio di battute e poi la cancelliera ha guadagnato il suo posto accanto al presidente della Repubblica colombiana Juan Manuel Santos.

I frati di Assisi hanno chiesto alla cancelliera tedesca di "chiamare a raccolta le forze civili dell'Europa" e di "convocare persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità" per un orizzonte di unità "che sappia valorizzare le differenze e perseguire un destino di pace e di sviluppo" per il mondo. E' questo il compito che il custode del Sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, ha affidato alla Merkel, consegnandole la Lampada della Pace di San Francesco per la sua opera a favore della "pacifica convivenza dei popoli".

"Questa Lampada - ha sottolineato il custode - è la luce che promana dalla Tomba e dalla testimonianza di Francesco, fratello di tutti: una luce che trasmette energia vitale e speranza". Padre Gambetti si è detto convinto che "le grandi sfide che sono davanti a noi" - la globalizzazione dei mercati, "il grido della Terra". le disuguaglianze economiche e sociali, le migrazioni epocali e "gli spettri della xenofobia" - devono "catapultarci in un'audace avventura per la costruzione di di una nuova Europa e di un mondo nuovo, più fraterno".

SILENZIO SUL GOVERNO - L'Italia "sta attraversando una fase politica impegnativa su cui non mi esprimerò", ha detto Merkel, sottolineando però la "buona collaborazione" con l'Italia. Data la sua vicinanza alla Libia - ha sottolineato - l'Italia affronta "la sfida dei rifugiati africani. Se vogliamo creare la pace non dobbiamo pensare solo al nostro benessere. Noi abbiamo il grande compito di occuparci insieme ai nostri vicini di una ricerca di una soluzione".

L'IRAN E GLI USA - "Con l'uscita di Trump dall'accordo nucleare sull'Iran la situazione è diventata più tesa. Seguiamo gli eventi tra Iran e Israele tenendo conto che la sicurezza di Israele fa parte della ragione di Stato della Germania", è stato il pensiero sulle tensioni internazionali. "In Siria è in corso una delle maggiori tragedie umanitarie dei nostri tempi", ha aggiunto ancora sottolineando che nel quadro della conseguente crisi migratoria «politicamente dovremmo impegnarci tanto, queste persone hanno bisogno di una luce di speranza".

L'UCRAINA - "L'Ucraina ci preoccupa, con il formato Normandia cerchiamo di fare rispettare gli accordi di Minsk. Ma ogni notte c'è una violazione della tregua, ogni giorno perdite umane. Gli ucraini non sono soli".