
Sergio De Vincenzi con la sua famiglia
Perugia, 20 maggio 2015 - "Mi candido in Regione per riscoprire il valore della vita, della famiglia e dell’etica». Va subito al punto il consigliere comunale Sergio De Vincenzi, 55 anni ad agosto, romano trasferitosi a Perugia da circa 35 anni. De Vincenzi, ricercatore universitario a Scienze Farmaceutiche, è sposato con Anna Maria, padre di nove figli (da 8 a 25 anni) e pure nonno. Corre alle regionali nella lista civica «Ricci presidente» che sostiene la candidatura a Palazzo Donini del sindaco di Assisi.
Lei è stato eletto l’anno scorso al Comune di Perugia. Perché scendere in campo per il Consiglio regionale? «Stando a Palazzo dei Priori mi sono reso conto che in Comune si fa solo attività amministrativa, mentre le leggi e gli stanziamenti per i vari servizi si decidono in Regione. Credo quindi che la maggior parte delle questioni si giochi proprio a livello regionale».
Perché ha scelto di correre con la lista civica «Ricci presidente»? «Perché vedo come è amministrata Assisi. Ci sono tutti gli elementi per l’azione di un presidente della Regione efficace e consapevole delle difficoltà della gente e del territorio. Ricci è una persona competente, che può cambiare il sistema di gestione della Regione. Mi candido in una lista civica, perché i partiti rispondono a logiche di potere e di posizione. Ritengo quindi le elezioni un’occasione per essere protagonista come cittadino e per dare la possibilità anche ad altri di esserlo indirettamente».
Quale messaggio vuole portare a Palazzo Cesaroni? «L’importanza dei valori cristiani. Per alcuni filosofi non tutti gli esseri umani vanno considerati persone. Mi riferisco per esempio ai disabili oppure agli immigrati. Io, grazie al mio impegno neocatecumenale nella parrocchia di San Sisto, ritengo che ogni essere umano sia fatto a immagine e somiglianza di Dio, quindi voglio riportare la persona e la famiglia al centro della politica».
Ha dovuto scontrarsi con preclusioni ideologiche nella ‘rossa Umbria’? «Sempre e comunque. L’ultimo episodio si è verificato all’iscrizione di mia figlia più piccola all’asilo nido comunale. Per un problema di regolamento restava esclusa. Di fronte alle mie proteste, un’impiegata mi ha risposto: ‘E che le ho detto io di fare figli?’. Credo che questo illustri la situazione».
Se verrà eletto, quale sarà il suo primo provvedimento? «Tagliare i costi della politica che non sono solo quelli legati ai consiglieri regionali, ma quelli di tutta la macchina amministrativa».
Lei è padre di nove figli e gestire l’economia familiare non è semplice. Forse Ricci dovrebbe chiedere aiuto direttamente a sua moglie Anna Maria... «Decisamente».