LUCA FIORUCCI
Economia

Gaia, morta dopo l’estrazione di un dente. La consulenza del medico legale: “Anestesia fatale”

Giulia Pagliuca, 23 anni, è deceduta dopo tre giorni di ricovero in terapia intensiva al Santa Maria della Misericordia di Perugia. Tre i dentisti accusati di omicidio colposo

Gaia Pagliuca è morta il 29 settembre dello scorso anno dopo un malore nello studio dentistico dove le era stato estratto un dente

Gaia Pagliuca è morta il 29 settembre dello scorso anno dopo un malore nello studio dentistico dove le era stato estratto un dente

Perugia, 29 giugno 2025 – Sarebbe stata l’anestesia a provocare l’arresto cardiaco che ha ucciso Gaia Pagliuca, 23 anni, morta lo scorso 29 settembre dopo tre giorni di ricovero in terapia intensiva al Santa Maria della Misericordia di Perugia. Dove era arrivata in arresto cardiaco dopo essersi sentita male in seguito all’estrazione di un dente del giudizio, in uno studio dentistico di Bastia Umbra. La consulenza, che la procura della Repubblica di Perugia ha affidato al medico legale Sergio Scalise Pantuso, ha stabilito che la causa della morte è da attribuirsi a una una tossicità sistemica da anestetico locale.

Per la morte della ragazza, con l’accusa di omicidio colposo, sono indagati tre dentisti, padre e due figlie. Gaia, il 26 settembre 2024, si era recata nello studio dentistico per trattare delle carie. Durante la visita, la decisione di estrarre un dente del giudizio come già avvenuto solo tre settimane prima. La paziente era stata sottoposta a una prima sedazione con 4 fiale di “mepicavaina senza adrenalina”. La ragazza, però, sentiva ancora dolore. La dentista che stava operando aveva deciso per una seconda anestesia con un anestetico intralegamentoso con adrenalina.

Conclusa l’estrazione, Gaia si era sentita male ed era andata in arresto cardiaco. Inutile il tentativo di massaggio cardiaco. Il cuore della ragazza aveva ripreso a battere solo in ospedale dopo la somministrazione di un farmaco per contrastare quella che l’autopsia confermerebbe essere una reazione al mix di farmaci. Ma per Gaia era ormai troppo tardi, dopo tre giorni in terapia intensiva, era morta. In base alla relazione di Scalise, diverse le anomalie riscontrate nello studio dentistico, dalla mancanza di una cartella clinica, non c’erano esami radiologici preliminari, non c’era il consenso informato firmato. E poi i dubbi sul mancato utilizzo del defibrillatore, pur essendo presente. Depositata la consulenza, ora la parola torna alla Procura della Repubblica.

Il difensore dei tre indagati, l’avvocato Luca Maori, parla, invece, di un evento imprevedibile a fronte di allergie ai farmaci non note e alla somministrazione di dosi comunque contenute.