Carla Fendi: "Lascio il Cda, ma non abbandono il Due Mondi"

"Trasparenza? Devo salvaguardare la sicurezza personale"

Carla Fendi

Carla Fendi

Perugia, 17 gennaio 2015 - CARLA FENDI è da sempre molto vicina al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Prima con il Maestro Giancarlo Menotti e ora (dopo un periodo di ‘garbata’ distanza dalla precedente gestione), fianco a fianco del direttore artistico Giorgio Ferrara. Firma grandi eventi ma anche importanti interventi strutturali. L’ultimo, in ordine di tempo, il restyling del Teatro Caio Melisso, realizzato grazie al finanziamento di un milione e 200 mila euro assicurato dalla Fondazione Carla Fendi. Non una sponsorizzazione, dunque, perché non ci sono scopi promozionali e non sono possibili ritorni pubblicitari di alcun tipo (il marchio Fendi è ormai un’altra realtà internazionale, ma puro Mecenatismo: si tratta di risorse personali). Da pochi giorni però Carla Fendi ha deciso di dimettersi dal Cda del Festival dei Due Mondi. Dimissioni apertamente legate alla vigente legge sulla trasparenza.

«PRECISO – spiega a La Nazione la Fendi – che le mie dimissioni riguardano solo la partecipazione a detto consiglio di amministrazione, ruolo ricoperto a titolo completamente gratuito, e non il mio supporto al Festival, poiché, come è noto, con la mia Fondazione da anni sostengo in maniera rilevante il Festival, cosa che continuerò a fare. Per me è prioritario salvaguardare in primo luogo esigenze di sicurezza e tutela della privacy. Capisco la necessità che incarichi di interesse pubblico debbano seguire le normative in materia, questo però non può andare a discapito delle tutele sopra ricordate, in particolare la sicurezza personale. Sarebbe utile se fosse creata una corretta simmetria per tutte le persone che vogliono contribuire a sostenere il patrimonio culturale italiano».

Insomma, norma ‘imperfetta’?

«Ritengo che la legge, pur giusta in via generale, dovrebbe, al più presto, essere integrata con la previsione di alcune deroghe che ne permettano l’applicazione in concreto a tutte le persone che abbiano necessità come quelle da me rappresentate, così da contemperare anche queste nostre ripeto “indispensabili esigenze”».

Mecenatismo culturale in Italia: tale norma è un ostacolo visto che lei lascia il Cda.

«Guardi, appena saranno presi provvedimenti in merito alla legge, sarò felicissima di rientrare a far parte del Consiglio di amministrazione, ma ora devo salvaguardare e tutelare la mia persona. Rimango, comunque, Presidente Onorario del Festival nonché main partner dello stesso con tutto il mio impegno».

Parliamo di Art bonus.

«Purtroppo non tutti possono goderne. Bisognerebbe adeguarsi alle norme di altri Paesi con defiscalizzazioni che facilitano e siano un incentivo per il mecenatismo anche per chi non ha direttamente redditi da impresa. Vorrei a questo proposito sottolineare che io opero attraverso la ‘FCF’ con atti di puro mecenatismo, e non di sponsorizzazione. Vuol dire che impegno le mie risorse a sostegno della cultura senza avere nulla in cambio ma purtroppo senza poter beneficiare dei vantaggi fiscali previsti in fattispecie simili. Ho più volte evidenziato in passato – conclude –, come alcune normative in materia di defiscalizzazione non aiutino chi, come me, vuole fare del mecenatismo personalmente senza avere un’attività che generi redditi da impresa».