
"Vi racconto il mio tennis. Quell’incontro con Federer"
Dopo 40 anni Claudio Pistolesi è tornato al Tennis club di Perugia. Questa volta non come giocatore, quando sui campi di terra rossa del circolo, lui diciassettenne, arrivò ai quarti dei Campionati assoluti d’Italia, ma a presentare il libro “C’era una volta il (mio) tennis“, con prefazione di Adriano Panatta. Il tennista, ex 71 al mondo, il più giovane italiano a vincere il circuito Atp dell’era open, titolare di una scuola in Florida, coach di Monica Seles, Sanguinetti e Bolelli, è stato al centro di un incontro con la giornalista Paola Costantini, l’amico e “rivale“ Francesco Cancellotti, il presidente della Federtennis Umbria Roberto Carraresi, l’allenatore Alberto Castellani e il presidente del circolo Luigi Grafas.
"Questo libro – spiega Pistolesi – è basato sulle passioni. Oltre alla racchetta c’è anche quella per il cinema, in particolare per i film di Sergio Leone da cui ho preso spunto per il titolo. “C’era una volta“ però non vuole essere una cosa nostalgica, ma un punto di partenza da cui inizio a raccontare il mio tennis: 23 storie, dove si intrecciano incontri, esperienze, aneddoti. Come quando ad un giovanissimo Federer, battuto a Milano da Sanguinetti, gli dissi di non preoccuparsi. “Coach ma ho giocato male“. E io: oggi hai perso ma presto arriverai tra i primi dieci giocatori al mondo. Se gli avessi detto che avrebbe vinto 20 slam di seguito non mi avrebbe mai creduto!".
Come è cambiato il tennis da ieri a oggi?
"E’ cambiata la forma fisica degli atleti, sono più alti, più magri, sono velocissimi e poi c’è lo sviluppo incredibile della parte scientifica e tecnologica.
Era un tennis più“romantico“ quello di una volta?
"Se per romantico intendiamo la passione sì. Nel libro ho cercato di tirare fuori la parte umana, le emozioni che si vivono grazie a questo meraviglioso sport. Il tennis è lo specchio della vita, ad abitua anche alle sconfitte, da cui rialzarsi più forti e consapevoli di prima".
Silvia Angelici