Umbria, fermiamo la scia di sangue. Infortuni sul lavoro in crescita: "Bisogna ripartire dalla prevenzione"

La Cisl chiede nuove modalità di intervento. Intanto nel primo bimestre dell’anno i dati sono allarmanti. Gli incidenti rispetto al 2023 sono saliti da 1.566 a 1.740. L’agricoltura registra un incremento da 108 a 120 casi.

"Fermiamo la scia di sangue": è il grido lanciato dalla Fai-Cisl Umbria, per tenere alto il dibattito in materia di sicurezza sul lavoro. Lo ha fatto in occasione di un incontro in Provincia, dove delegati e rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali dei settori agroalimentari e ambientali si sono confrontati sulla mobilitazione che vede impegnata la Cisl in tutti i luoghi di lavoro e sui territori, con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni e imprese su questa emergenza.

Di una "situazione drammatica", ha parlato il segretario generale Simone Dezi. "Il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non può essere trattato solo quando avvengono disgrazie – ha detto -, questo tema deve diventare oggetto di un confronto continuo con tutti gli attori del mondo del lavoro. La sicurezza non è un costo, ma deve essere considerata giustizia sociale". Dezi ha rimarcato l’importanza di formare le giovani generazioni: "E’ fondamentale ripartire dai ragazzi per dare loro la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro". Angelo Manzotti, segretario generale Cisl Umbria, ha sottolineato come l’iniziativa "rientri in un percorso avviato da Cisl già nel mese di febbraio sul tema salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. "Rispetto alle malattie professionali – aggiunge -, gli infortuni e la forza lavoro, l’Umbria è ai primi posti a livello nazionale. C’è estremo bisogno di fare formazione, informazione e creare nuova cultura della sicurezza. Su dieci aziende, 8 sono inadempienti per quanto riguarda la sicurezza. Perché un’azienda sicura è un’azienda più produttiva".

I dati Inail sono impietosi. Nel primo bimestre dell’anno, in Umbria gli infortuni sono saliti da 1.566 a 1.740, anche se i morti sono scesi da 3 a 1. In crescita anche quelli in agricoltura da 108 dello scorso anno a 120 e quelli nelle industrie alimentari da 17 a 27. Uno dei messaggi è che più sicurezza porti anche maggiore produttività. Per farlo è essenziale, per la Cisl, investire in formazione.

Silvia Angelici