Perugia, gli infetti si sono dimezzati E ora a Terni preoccupa la scuola

Dai 2.089 positivi del 17 febbraio, si è scesi a 1.062 di ieri nel capoluogo: le restrizioni funzionano. A mantenere elevata la contagiosità oltre alla Conca ci sono Orvieto, Assisi, Bastia, Castello e Foligno

di Michele Nucci

In due settimane il contagio si è dimezzato a Perugia. E adesso anche a Foligno e Città di Castello i positivi cominciano pian piano a diminuire mentre le situazioni più problematiche sono quelle che si manifestano a Terni e Orvieto, dove anche nelle scuole i bambini affetti da Covid ricominciano a crescere in modo importante.

Qui Perugia. Nel capoluogo regionale il 17 febbraio c’erano 2.089 positivi, oggi sono 1.062, mentre il 3 marzo erano 1.566. Un calo del 100% in 18 giorni e del 50% in cinque giorni, con un andamento esponenziale nella crescita che si è avuta dal 5 gennaio in poi e un altrettanta diminuzione pressoché verticale iniziata esattamente due settimane dopo l’entrata in zona rossa della città. Adesso bisognerà vedere davvero se le restrizioni arancioni saranno ugualmente efficaci, ma lo capiremo solo alla fine della settimana prossima. Intanto l’incidenza a Perugia è scesa a 115 casi settimanali ogni centomila abitanti.

Qui Terni. Nell’ultima settimana i contagi sono saliti del 42% e la curva di crescita è decisamente esponenziale. Erano 315 i postivi il primo marzo, sono diventati rapidamente 439 ieri: secondo le indagini dell’Istituto superiore di sanità nella provincia di Terni a prevalere in questo momento è la variante inglese, che interessava già lo scorso 10 febbraio il 30% dei positivi, con un’incidenza in aumento di 195 contagi a settimana (stima su 100mila abitanti) che è la stessa dell’Umbria. La grafica mostra con chiarezza dove ci sono le situazioni più complesse e che in provincia di Perugia (dove ormai il tasso di incidenza ormai combacia con quello di Terni) a tenere elevato il numero dei positivi sono Città di Castello, Foligno, Bastia e Assisi (seppur in diminuzione): quattro realtà dove davvero si fatica a rientrare sotto i 250 casi settimanali, paramento oltre il quale si viene considerati in zona rossa. Quelli in grafica sono tutti comuni sopra i ventimila abitanti (tranne Castiglione del Lago) con una significativà importante. E sono davvero tantissime le famiglie che nei comuni dove la positività scende in modo costante si chiedono ancora come mai le scuole debbano restare chiuse fino al 21 marzo. In molte regioni sono stati presi provvedimenti localizzati, comune per comune, e non è escluso che ciò possa accadere anche qui in Umbria.

Le scuole. E anche la situazione negli istituti risente ormai quasi completamente del fatto che in provincia di Perugia sono praticamente tutte chiuse da un mese. Dei 25 alunni positivi in Umbria solo 3 si trovano in provincia di Perugia, così come i 200 alunni sottoposti al protocollo del ’tampone zero’ senza quindi la quarantena si trovano quasi tutti a Terni (solo pochi a Orvieto). Anche per questo non è escluso che in provincia di Terni a breve possano essere assunte misure più restrittive di quelle attuali.