Perugia, il mistero della Fontana Maggiore, ecco il perché delle statue dorate

Il fenomeno sarebbe da attribuire alla ruggine

Fontana con le statue dorate

Fontana con le statue dorate

Perugia, 1 settembre 2018 - Adesso è ufficiale: le «portatrici d’acqua» della Fontana Maggiore lo scorso gennaio diventarono giallo-oro per colpa «delle acque rugginose che si sono formate per la corrosione delle tubazioni in ferro del circuito chiuso» che trasporta acqua al monumento.

Ci sono voluti sette mesi per scoprire il motivo autentico di quelli che molti hanno definito «il miracolo» della fontana simbolo della città, che da un giorno all’altro, il 12 gennaio scorso, si tinse doro. E ora finalmente si scopre che la colpa è stata dei tubi arrugginiti e che per ridare il colore originale al gruppo bronzeo che svetta sul monumento di piazza IV Novembre (e che è comunque una copia dell’orginale conservato nel museo della Galleria nazionale) serviranno tremila euro.

Prima di arrivare a questa conclusione la Soprintendenza ha consultato i documenti relativi ai precedenti restauri e manutenzione (1997, 2012 e 2016) dai quali è arrivata però la conferma che i prodotti utilizzati sui manufatti bronzei nel corso dell’ultimo restuaro erano conformi testati e utilizzati da oltre dieci anni».

Quindi nessuna colpa da attribuire agli ultimi lavori di due anni fa. Così dopo i prelievi effettuati dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro e le analisi eseguite si è arrivati alla conclusione. Confermata dall’Università che ha trasmesso la relazione sulla caratterizzazione biologica e chimica della patina gialla redatta dal Dipartimento di Chimica biologia e biotecnologia, secondo cui la «fonte di ferro è stata responsabile della formazione del deposito giallo presente da ricercare probabilmente all’interno del circuito chiuso che alimenta la fontana»

Una relazione in cui vengono fornite anche delle indicazioni utili su come intervenire all’interno dell’impianto idraulico. Il Comune a questo punto ha affidato i lavori necessari alla rimozione della patina e della stesura protettivo per un importo pari a circa tremila euro alla Coobec di Spoleto (la stessa che effettuò il resturo del 2016).

m.n.