La battaglia delle liste di attesa. Dal Governo (forse) 9 milioni, ma le incertezze restano tante

La gran parte delle risorse in più messe sul piatto da Roma andrà nelle buste paga dei medici. L’Umbria ha però bisogno di fondi da gestire autonomamente per l’efficienza del proprio sistema sanitario

I tre miliardi in più annunciati dal presidente del Consiglio sembrano destinati al rinnovo del contratto dei medici

I tre miliardi in più annunciati dal presidente del Consiglio sembrano destinati al rinnovo del contratto dei medici

Perugia, 18 ottobre 2023 – C’è molta prudenza a Palazzo Donini dopo le prime notizie uscite sulla Manovra di governo relative alla sanità. Quei tre miliardi in più annunciati dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in verità dalle prime bozze che circolano, saranno quasi completamente assorbiti dal rinnovo del contratto dei medici per il triennio 2022-2024 che vale oltre 2 miliardi e punterà a mettere più soldi nelle busta paga dei medici per provare a non farli fuggire dal Servizio sanitario.

Non si tratta insomma di risorse che finiranno direttamente nel Piano sanitario nazionale da ripartire poi tra le Regioni. E questo modifica non poco lo scenario, dato che a quel punto si tratterà di scelte condizionate proprio dalla destinazione di quelle risorse. Per intenderci: l’Umbria, come le altre regioni, ha bisogno di una programmazione strutturale e autonoma per ciò che concerne il sistema sanitario. Certo, l’aumento degli stipendi dei medici non può che essere accolto come una buona notizia, dato che aiuterà a migliorare la gestione del settore, ma l’Umbria lamenta da anni la scarsità di risorse e quel miliardo e 850 milioni non sono ritenuti sufficienti, soprattutto se confrontati con i fondi assegnati ad altre Regioni. Da quanto emerge comunque, una parte di quei tre miliardi in più, dovrebbe finire per ridurre le liste di attesa. Ma anche qui il quadro è nebuloso ancora: si ipotizzano 600 milioni di euro messi sul tavolo per questa ‘voce’, che in base al riparto attuato per il Fondo nazionale (1,5 per cento all’Umbria), potrebbe significare avere a disposizione 9 milioni per il 2024.

Solo ipotesi al momento, anche se sarebbe una cifra importante, certo, ma da spendere come? I fondi serviranno in particolare per pagare i compensi extra orario di medici e infermieri che dovrebbero essere detassati perle prestazioni che rientrano nelle liste d’attesa: il compenso lordo orario salirà a 100 euro per i medici e a 60 euro per gli infermieri. Nel pacchetto per abbattere le liste d’attesa c’è anche la possibilità di acquistare più prestazioni (ricoveri, visite ed esami)d gli ospedali privati accreditati ritoccando il tetto di spesa in vigore dal 2012 che aumenta dell’1% nel 2024, del 2% l’anno successivo e de1 3% ne1 2026.

La verità è che per ridurre le liste di attesa in Umbria da 80mila a 25mila servono misure strutturali.