La principessa Soraya Malek racconta il dramma delle afgane

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"In Afghanistan le donne non solo non possono studiare, ma nemmeno uscire di casa da sole se non sono accompagnate da un maschio, fosse anche un bambino di 5 anni. Il ritorno al potere dei talebani ha riportato indietro la lancetta della storia, ma non si deve fare l’errore di pensare che negli ultimi venti anni fossero stati compiuti molti passi in avanti". Ospite dell’associazione Fidapa, la principessa Soraya Malek, nipote del re Amanullah e della regina Soraya, sta svolgendo una intensa azione per richiamare l’attenzione sulle drammatiche condizioni in cui sono costretti a vivere gli afghani, soprattutto dopo che il ritorno al potere dei talebani ha determinato l’isolamento economico e politico del Paese. I nonni della principessa che regnarono negli anni Venti del secolo scorso realizzarono importanti riforme. La principessa ha vissuto l’intera vita in esilio in Italia.

Come è la situazione del suo Paese, dopo il ritiro degli americani?

"E’ molto peggiorata, soprattutto per le donne, ma non si deve immaginare che nel periodo precedente le cose fossero molto diverse, soprattutto nelle decine di migliaia di villaggi. L’arrivo al potere dei talebani è avvenuto senza alcuna resistenza armata perchè era stato concordato con gli americani. Negli ultimi anni le donne potevano, ad esempio, andare a lavorare ma non potevano prendere i mezzi pubblici".

Come vivono le donne?

"Non possono fare praticamente nulla anche se nella società ci sono dei fermenti di libertà e gli stessi talebani non sotto tutti uguali. Può accadere che un mullah autorizzi qualche forma di istruzione femminili, ma che poi uno sceicco la vieti".

Condivide la scelta della comunità internazionale di isolare il governo talebano?

"Scelta che ricade negativamente sul popolo. L’embargo economico penalizza le persone comuni così come il congelamento di molti fondi privati. Credo che la scelta preferibile debba essere il dialogo, per cercare di condizionarne le politiche nella direzione di maggiori spazi di libertà".

L’Italia fa abbastanza?

"L’Italia ha speso negli anni 8 miliardi e mezzo di euro per mantenere le truppe lì, ma solo pochissimi soldi sono finiti alla società civile. Le borse di studio erogate ai giovani afghani sono state indirizzate per mandarli a studiare all’Accademia militare di Modena. Si potrebbe fare di più e meglio.

Cla.Lat.