REDAZIONE UMBRIA

Il conclave del Pd a Gubbio. Tra clausura e polemiche

Blindato il ’Park Hotel Ai Cappuccini’, deputati e dirigenti sfilano in silenzio. La Schlein e la scelta dell’hotel di lusso: "Non siamo mica venuti in costume". .

Il conclave del Pd a Gubbio. Tra clausura e polemiche

GUBBIO

Una due giorni di toccata e fuga, un “conclave” tra i deputati del Pd per approfondire l’agenda politica dei prossimi mesi, in cui rientra la sfida delle elezioni europee, scandito da diversi seminari. Tutto a porte chiuse, o quasi: è ovvio che questa sorta di ritiro politico ha catalizzato su di sé l’attenzione degli addetti ai lavori ma anche della stampa, alla quale sono stati permessi però dei piccoli assaggi di ciò che è successo all’interno delle mura del Park Hotel ai Cappuccini, la splendida cornice scelta dai deputati dem. Nella città eugubina, oltre alle troupe dei vari telegiornali e agenzie di stampa, anche inviati di programmi come Le Iene, legati a Gubbio dall’autrice Alessandra Frigo, compagna dell’eugubino Gian Marco Chiocci, direttore del TG1. Non sono mancate le polemiche legate alla scelta di un hotel di lusso – il Park Hotel ai Cappuccini fa parte della catena degli “Small Luxury Hotel” – peraltro già selezionato da Silvio Berlusconi nei primi anni 2000 come sede della sua “Scuola di formazione politica di Forza Italia”, che in molti hanno definito in controtendenza con quelli che dovrebbero essere i principi della sinistra. Ieri, comunque, è stata la giornata conclusiva e più attesa, anche per l’arrivo della segretaria nazionale Elly Schlein. Tra i temi principali toccati dalla leader democratica quelli del lavoro e del salario minimo, ma anche sanità, pace, fine vita e una maggiore attenzione ai deboli. La Schlein ha chiuso con alcune battute sulle polemiche scatenate per la scelta della struttura alberghiera per il “conclave”: "La Spa è chiusa e nessuno è venuto con il costume, né tantomeno con la pistola", un chiaro riferimento al caso Pozzolo. Non sono mancate altre frecciatine: il segretario del Pd ha raccomandato a chi farà ritorno in treno di "non chiedere fermate", chiaramente riferendosi al caso del ministro Lollobrigida.