’Gooodbuy’, più di tremila utenti L’app dello shopping fa furore

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Si chiama "Gooodbuy", conta più di 23mila visite, più di tremila utenti nel centro Italia e presenta un trend in continua crescita. La creatura, un’app, ha due padri: Dario Notargiacomo e Iglif Barabani, classe 1991 e col pallino della tecnologia e del creare qualcosa di nuovo.

Così nasce l’applicazione che vuole superare i grandi portali dello shopping online, senza snaturare l’idea del fare acquisti fisicamente. "Avevamo percepito il bisogno di qualcosa in più, che andasse oltre il fare acquisti online. E il periodo del Covid ha fortificato questa tendenza". Dopo tre anni di incubazione, Gooodbuy diventa operativa nel gennaio 2020, prima del Covid. Dal 18 maggio è anche su Android. "Essendo basati sul negozio fisico – raccontano – tutti i nostri partner erano chiusi, ma appena riaperti abbiamo raddoppiato gli utenti e aumentato i negozi". L’applicazione, che copre abbigliamento, artigianato, enogastronomia, mobilità alternativa o hitech, punta ad offrire una ricerca per città oppure la cosiddetta ‘ricerca ispirativa’, relativa cioè alle tendenze del luogo in cui ci si trova. "Abbiamo utilizzato una realtà commerciale come Foligno come banco di prova – raccontano – ed è stato stimolante vedere l’importante risposta, con l’avvicinarsi al digitale anche da parte di chi aveva resistenze in merito". Dario e Iglif, insieme alla collaboratrice Eleonora Rosati (nella foto), sono lanciatissimi e si stanno diffondendo anche al di fuori dell’Umbria.

Hanno infatti messo nel mirino Roma e Milano. Proprio a Milano hanno raccolto un importante risultato. Sono rientrati tra le dieci start up italiane finaliste, nella competizione lanciata dal Politecnico, per la realizzazione dello ‘store del futuro’. Il tutto sbaragliando migliaia di richieste. Dal 7 al 22 settembre si ritroveranno dunque a Milano per l’ultima battaglia dove poter dare l’ennesima svolta all’app grazie alla posta in palio: un bel gruzzoletto e l’attenzione del Politecnico per gli sviluppi del futuro con l’acceleratore d’imprese.

Alessandro Orfei