Geloso, picchia a sangue la compagna

Continue aggressioni: la donna ha avuto anche la frattura di tre costole. Poi si è decisa denunciare

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Ancora maltrattamenti in famiglia, ancora una donna costretta a subire violenze fisiche, verbali e psicologiche, a vivere nella paura e nella sofferenza. L’ex compagno, di 31 anni, è ora indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della ex compagna e gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Assisi hanno dato esecuzione, nei suoi confronti, della misura cautelare del divieto di avvicinamento, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia.

La donna, nella querela, ha riferito che lo scorso 7 giugno, a seguito di una discussione per motivi di gelosia, l’uomo era andato in escandescenza e, dopo averla spinta a terra, l’aveva aggredita e percossa violentemente, arrivando persino a romperle tre costole.

Evidenziando anche che il compagno era solito arrabbiarsi e aggredirla ogniqualvolta capitasse di incontrare degli amici. C’era stato un momento di separazione seguita dalla decisione, a seguito delle insistenZe dell’uomo, di riprendere la relazione. La vigilia di Ferragosto un nuovo episodio: mentre erano intenti a fare la spesa, avevano incontrato il cognato e l’uomo, una volta ritornati a casa, aveva iniziato ad aggredirla. La donna, con la scusa di dover tornare nella propria residenza, era andata al pronto soccorso e, dopo le cure del caso, si era recata presso la sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Assisi per chiedere aiuto ai poliziotti ad uscire dall’incubo che stava vivendo.

Gli accertamenti effettuati dai poliziotti, hanno messo in luce le numerose vessazioni fisiche psicologiche perpetrate nell’ultimo periodo dall’indagato che si era ripetutamente lasciato andare ad aggressioni verbali e fisiche contro l’ex compagna procurandolo uno stato di sofferenza, depressione e paura. Da qui il divieto di avvicinamento, compresi i luoghi di lavoro o quelli abitualmente frequentati dalla persona offesa. Il divieto è stato corredato da quello ulteriore di mettersi in contatto con qualsiasi mezzo con la persona offesa dal reato.