
"Sono stato felice di tenere compagnia alle persone in quarantena, regalare un sorriso per me è la cosa più importante". Lui è Andrea Rambotti (foto), folignate, classe 1992, direttore di sala in un noto ristorante di Civitanova e in arte ’’Rambosmash’’, 38mila follower su Instagram e più di 50mila su Facebook. Numeri importanti, in un mondo social che va avanti a velocità incredibili. Un talento di comicità con video e doppiaggi in dialetto folignate, ormai virali. L’ultimo è stato quello dell’eliminazione dei Melancholia, il trio folignate eliminato inaspettatamente da XFactor.
Come è nato Rambosmash?
"Eravamo a fine 2015, con l’applicazione Dubsmash, la prima per fare doppiaggi. Io iniziai con un doppiaggio di Renzi e arrivò il primo seguito. Da lì, parlando con un amico di scuola, decisi di aprire una pagina Facebook e andai avanti per un po’ con scenette di vita quotidiana, fino ad una condivisione che arrivò da parte di Paolo Ruffini. Il passaggio successivo fu il doppiaggio di Twilight e del Signore degli Anelli. Da lì un doppiaggio a settimana, prima su Facebook e poi su Instagram".
Quali sono i suoi riferimenti e come si conquista un pubblico come il suo?
"Il mio riferimento è Brignano: un attore della scuola di Gigi Proietti, che per me era un maestro. L’importante è comunque essere più genuini possibile. Alla gente si arriva con la spontaneità. Ed è bello anche che dai social mi arrivino incoraggiamenti fuori dall’Umbria, portare l’Umbria oltre il confine per me è una vittoria".
I suoi video esilaranti hanno aiutato le persone a superare la quarantena...
"La prima ondata del Covid è stata vissuta come un’esperienza inaspettata, ma la seconda è stata dura per tutti. E in molti casi, come mi hanno scritto, i miei video sono serviti a regalare un attimo di spensieratezza".
Molto del suo pubblico è fatto di giovani e giovanissimi. Come li vede?
"Dei giovanissimi, purtroppo, in pochi sono con i piedi per terra".
Come si diventa una star dei social?
"Sono un geometra, scappato dal mondo del lavoro d’ufficio che non mi piaceva e tuffato in un pianeta nuovo, quello della ristorazione. Ogni cliente per me è un’occasione per intrattenere e strappare una risata. L’unica cosa che mi sento di dire è rimanere se stessi. La gente capisce se interpreti qualcuno di diverso da quello che sei. Di sicuro io sono un introverso, un timido e grazie al mio lavoro al ristorante sono stato in grado di migliorarmi sui social".
Il sogno di Rambosmash? Come ti vedi tra dieci anni?
"Spero di avere un locale tutto mio. Oppure in radio, perché no".
Alessandro Orfei