"E’ vero, per il fotovoltaico ora ci sono più restrizioni"

L’assessore regionale Morroni conferma che il nuovo regolamento di luglio “taglia“ la quota di terreni utilizzabili. "Le aree agricole? Per i prodotti agricoli"

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"E’ vero, in Umbria abbiamo tagliato gli spazi per il fotovoltaico". L’assessore regionale alle politiche agricole e agroalimentari ed alla tutela e valorizzazione ambientale del territorio Roberto Morroni, conferma quanto evidenziato da La Nazione. A segnalare il problema gli imprenditori agricoli e del settore delle fonti rinnovabili dell’Umbria, stupiti dalla decisione assunta in merito, specie in un momento come quello attuale, dalla Regione.

"Il taglio più significativo – ammette Morroni – riguarda i terreni, dove passiamo dal 10% al 5% di disponibilità per la progettazione di impianti fotovoltaici. Ma fino a prova contraria, le aree agricole dovrebbero essere destinate alla produzione di prodotti agricoli e invito a provare ad immaginare 100 ettari di campi in cui abbiamo solo ‘specchi’: è sostenibilità? È un contributo a uno sviluppo armonico della nostra regione?"

Ma perché queste limitazioni in un momento così difficile, alla luce dei problemi energetici e delle ricadute sociali che ne derivano?

"Le modifiche del regolamento sono basate su una chiara volontà politica che non è certo quella di frenare le opportunità di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile – dice l’assessore -, ma è quello di evitare che il nostro territorio possa essere oggetto di scorribande e di investimenti che deturpino il nostro paesaggio. Uno degli appeal fondamentali dell’Umbria è il nostro ‘mare verde’, per questo bisogna salvaguardare l’identità territoriale e paesaggistica, la qualità ambientale che sono le risorse su cui vogliamo investire e rilanciare il brand della nostra regione. Una buona amministrazione deve essere lungimirante e salvaguardare le diverse opzioni di sviluppo di un territorio".

Ma non si rischia di rallentare il passaggio verso le fonti di energia rinnovabile?

"Noi lo vogliamo incentivare, ma senza compromettere altri ambiti che sono egualmente importanti per dare identità e un profilo di sviluppo sostenibile alla nostra regione. ‘L’Umbria mare verde’ non può diventare ‘l’Umbria mare di specchi’. Inoltre – continua Morroni – se riflettiamo sulle percentuali, il 5% su imprese che vogliono utilizzare impianti per esigenze aziendali è una quota estremamente importante che da spazi di sviluppo straordinari e magari si giungesse a sviluppare tutta questa potenzialità, con l’aggiunta anche dello spazio sopra i tetti che in Umbria continuano ad essere vuoti e ricordando che questi limiti vengono completamente cancellati nelle situazioni che interessano comunità energetiche ad autoconsumo".

Perchè l’Agrivoltaico, che salvaguarda comunque le coltivazioni, in Umbria è previsto per il 20 per cento del terreno mentre nel resto d’Italia si ha una media del 100 per cento?

"Pensi al 100 per cento di AgriVoltaico, ovvero di pannelli verticali che consentono l’attività agricola sul terreno sottostante, e poi voglio vedere – argomenta l’amministratore –, se negli organi d’informazione si potrà continuare a parlare di ‘mare verde dell’Umbria’ e se tornerebbero le flotte di turisti che abbiamo ospitato anche questa estate. Si deve parlare di sviluppo sostenibile non di involuzione sostenibile".

Andrea Pescari