"È assurdo chiudere il punto vaccinale"

Malcontento per la notizia circolata in questi giorni dello stop al servizio-Covid all’ospedale. Stefanucci: ’Un nuovo smacco’

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Altra tegola sull’ospedale di Foligno. Da oggi resterà chiuso, sembra ’sine die’, il punto di vaccinazione anti-Covid situato al primo piano del ’’San Giovanni Battista’’. Una decisione a quanto pare non condivisa anche nell’ambiente medico. Dal 2 gennaio prossimo, chi vuole vaccinarsi dovrebbe quindi recarsi - se la chiusura sarà ufficialmente confermata - a Spoleto, Terni, Orvieto e via dicendo. Il punto vaccinale somministrava mediamente, fino a qualche giorno fa, 25 vaccini al giorno ma da quando è di nuovo scattato l’allarme-Cina, la psicosi ha fatto quadruplicare gli afflussi che, ieri l’altro, hanno rasentato le 70 unità. La decisione presa, a quanto sembra, direttamente dall’assessorato regionale, ha creato perplessità negli ambienti ospedalieri ma i medici non vogliono commentare. D’altro canto anche chi volesse esternare evita di farlo forse temendo conseguenze disciplinari. Le forze politiche cittadine di maggioranza e opposizione, per ora tacciono, anche perchè la notizia è fresca. L’unica voce esplicita al momento è quella del dottor Stefano Stefanucci, ex dirigente del reparto di neurologia, ora in pensione e candidato-sindaco di Impegno Civile.

"Un nuovo mattone – evidenzia Stefanucci – viene ad essere tolto al nostro ospedale tra complici silenzi. La notizia per ora è ufficiosa, ma proviene da fonti che la rendono più che attendibile. Si tratta di un nuovo smacco alla popolazione di anziani, fragili, indigenti che devono rivolgersi in altre sedi con mezzi propri per ottenere un loro diritto. L’ospedale di Foligno, una volta eccellenza regionale, continua a subire un inesorabile degrado senza che gli amministratori locali facciano sentire la loro voce nelle sedi istituzionali. E il sindaco eletto dal popolo e responsabile della sua salute potrebbe almeno affacciarsi alla finestra! In questi ultimi anni l’ospedale folignate ha perso la maggior parte dei primari, sostituiti con facenti funzione di elevato spessore professionale, ma privi del riscontro economico, con carichi che dovrebbero essere a tempo definito.

Le liste d’attesa già pesanti in epoca pre-Covid sono diventate insostenibili per il personale diventato insufficiente a causa delle mancate sostituzioni dopo i pensionamenti avvenuti durante gli ultimi anni. In molti servizi regna lo sconforto per l’impossibilità a sostenere l’enorme carico di lavoro e gli over booking imposti per ridurre le liste di attesa. Sono a conoscenza che la direzione dell’ospedale sta facendo miracoli per poter tirare avanti e spero che venga ascoltata. Come Impegno Civile e come medico che ha lavorato per 33 anni negli ospedali di Foligno e Spoleto – conclude Stefanucci – non posso accettare quanto sta accadendo perché così si mette in discussione il futuro della sanità nel nostro territorio relegandolo in una fascia di secondo ordine".

rdm