Aggredisce la compagna nell’area di servizio, arrestato. A chiamare aiuto è una bambina

Le ha lanciato lo smartphone in faccia e le ha rotto due dita, l’intervento della polizia stradale a Orvieto

Polizia stradale (foto di repertorio)

Polizia stradale (foto di repertorio)

Orvieto, 4 gennaio 2024 – E’ stata la bambina di 10 anni, dopo che glielo aveva chiesto la madre, a chiamare la polizia per chiedere aiuto dopo l’aggressione subita in un’area di servizio da parte del compagno. È successo nella serata del 28 dicembre, in un’area di servizio poco più a sud di Orvieto dove la coppia si era fermata perché la donna non ce la faceva più a sopportare le incessanti accuse dell’uomo che la incolpava di continui tradimenti.

In viaggio con la figlia, diretti verso il sud per passare l’ultimo dell’anno, all’improvviso la donna ha fermato l’auto nell’area di servizio, dicendo all’uomo che non è più disposta ad andare avanti in quel modo e che insieme alla figlia avrebbe fatto ritorno a casa, invitandolo a scendere e trovarsi qualcuno per proseguire fino alla destinazione prevista.

Il compagno a quel punto le ha lanciato lo smartphone sul volto, colpendola ad uno zigomo. A quel punto la donna ha chiesto alla bambina di chiamare aiuto.

Due pattuglie della Sottosezione della Polizia Stradale di Orvieto, richiamate dagli operatori della Centrale, si sono dirette verso l’area di servizio, mentre ascoltavano via radio la voce dalla bambina, che l’operatore teneva al telefono per avere informazioni in tempo reale. Al loro arrivo l’uomo era chino sull’auto, forse consapevole della gravità dell’accaduto, mentre la donna in lacrime era seduta al posto di guida e oltre ad avere sul volto il sangue e i segni dell’aggressione, ha mostrato agli agenti le mani semi disarticolate con le dita di entrambe visibilmente fratturate.

La donna è stata portata all’ospedale di Orvieto dove le sono state riscontrate varie contusioni, escoriazioni e la frattura delle dita medie delle mani, mentre l’uomo, preso in custodia dagli agenti, è stato portato negli Uffici della Sottosezione della Stradale dai quali è uscito in manette.

Durante l’udienza per direttissima, che si è svolta a Terni, il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi in cui dimora e lavora la donna.