C’è chi racconta di aver trascorso un’intera giornata in attesa al pronto soccorso, chi di essere stato "ricoverato e preparato per un intervento, poi essere rimandato a casa" e persino chi si è sentito dire, durante una visita specialistica, che avrebbe dovuto portare da casa la carta per stampare una ricetta o lo strumento per misurare la pressione. Succede all’ospedale di Città di Castello dove in questi giorni spuntano fuori alcune segnalazioni di utenti che reclamano disservizi e situazioni anomale, finite anche al centro di lettere ufficiali.
Una donna residente in Altotevere infatti ha segnalato alla direzione Usl Umbria 1 tramite gli appositi moduli ciò che ha vissuto durante una visita specialistica programmata per il padre in ospedale: "...Mi viene chiesto se avevo portato della carta per stampare le ricette e se avevo con me il misuratore della pressione perché non ce n’erano a disposizione... Io non mi ero resa conto che il degrado sanitario fosse arrivato a questo punto", commenta.
Un breve messaggio di protesta condiviso anche nei social dove poi in tanti hanno raccontato altre esperienze. Una signora racconta di essere stata ricoverata dalle 7 del mattino per un intervento programmato: "Alle 16 del pomeriggio mi fanno la puntura preoperatoria, ma nel giro di mezzora mi viene comunicato che devo tornare a casa perché purtroppo c’è un intervento che va alle lunghe e io resto senza parole…". Un altro paziente porta ad esempio la lunga odissea al pronto soccorso "dopo alcuni lievi traumi a seguito di un incidente: nel pronto soccorso c’erano tante persone in attesa e soltanto un medico in servizio…".
Segnalazioni e casi che sono già finiti anche al centro di un documento che i sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso nei giorni scorsi per avviare un confronto coi sindaci del territorio proprio sullo stato della sanità pubblica alle prese con continui tagli, carenza di medici e di personale, liste d’attesa, primariati vacanti. "Serve un confronto territoriale per risolvere le tante problematiche", ribadiscono i sindacati che raccolgono continuamente le indicazioni che provengono da associazioni, semplici cittadini e dagli anziani che spesso sono i maggiori fruitori delle strutture sanitarie.