Addio Sauro, lacrime e musica per lo storico Dj

Centinaia di persone al funerale di Cosimetti, anche dj Ralf. La proposta di Don Borgo: "Un evento annuale a Valfabbrica per ricordarlo"

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"La musica non si vede. Si ascolta". Con queste parole don Antonio Borgo ha salutato nella chiesa di Valfabbrica Sauro Cosimetti, per tutti il “professore“, il mitico dj che ha catapultato il Red Zone nel panorama internazionale, per la qualità delle proposte. E con la musica gli amici venuti da mezza Italia hanno salutato l’artista, stroncato a 55 anni da un infarto. "Sauro eri un uomo buono e generoso. Il successo non ti aveva cambiato. Non ti eri montato la testa", ricorda don Antonio. Poi sempre dall’altare la proposta per mettere in piedi un memorial di note. "Cari dj - prosegue il sacerdote – siete adulti. A voi si affidano tanti giovani. Usate la vostra influenza per il bene". Applausi al termine della messa, molti amici e tra i colleghi anche dj Ralf.

"Sauro era il Red Zone", sentenziano i fan. E così la memoria si riannoda. Già dalla fine degli anni ’80 in cui avverrà la consacrazione della discoteca, Sauro varca la consolle dell’allora “Palladium“, un tempo addirittura pizzeria con sala liscio con il nome di Europa 7. Diventerà il marchio di fabbrica del locale di Casa del Diavolo, dove dividerà la scena con il suo amico e allievo Riccardo Luchini da tutti conosciuto come Ricky L. Il Red Zone non era un locale qualunque, era il club dove si respirava l’atmosfera underground anglosassone portata proprio in Umbria da un inglese. Sauro, per dare un’identità alla discoteca, volava perfino in Inghilterra a comprare e selezionare vinili che appunto negli anni diventeranno le pietre miliari del locale.

Per ascoltarlo arrivavano pullman da Roma, Firenze, Bologna; file di auto e il paese ingolfato ogni fine settimana. Fu soprannominato il professore, ma anche il David Mancuso italiano, ultimo pioniere della musica house insieme a Larry Levan. Il Red Zone negli anni ospiterà dj del calibro di Tony Humphries, Frankie Knuckles, Louie Vega, Kerri Chandler, che venivano non solo per la loro esibizione in consolle ma soprattutto per ammirare quel talento di un perugino. La sua musica spaziava dalla classic house, alla deep, all’afro house, il tutto a creare un atmosfera unica ed irripetibile. "Ciao Sauro! Non lacrime – dice un amico dj di Perugia - ma in alto i calici. Perché anche da lassù preferisci di sicuro un brindisi!".

Silvia Angelici