
La Fiorentina campione d'Italia '68/'69 (Archivio New Press Photo)
Firenze, 8 maggio 2019 - In casa viola, certamente, c’è poca voglia di festeggiare in un periodo di depressione per la stagione deludente, ma sarebbe un grande peccato non rendere omaggio a chi ha fatto sognare una città e una tifoseria ciompiendo l’impresa più bella: vincere lo scudetto. Proprio in questi giorni, infatti, cade il 50esimo anniversario della vittoria del secondo scudetto da parte della Fiorentina guidata da Bruno Pesaola e capitanata da Giancarlo De Sisti. Per la precisione, l’anniversario del successo del ’68/’69 cade proprio sabato 11 maggio, quando la Fiorentina affronterà il Milan in una partita che, è facile immaginare, non si svolgerà in un clima particolarmente sereno. In tribuna, però, ci saranno proprio loro, gli eroi (o i loro familiari) di quello scudetto della Fiorentina dei giovani, la squadra “ye ye”, allora si meriteranno il grande applauso del popolo viola. Tra l’altro, l’11 maggio 1969 non è il giorno dell’ultima partita di quel campionato (l’apoteosi finale ci sarà la domenica seguente contro il Varese a Firenze) ma è la data in cui la Fiorentina del presidente Baglini conquistò matematicamente il titolo di campione d’Italia in un modo sempre sognato dai tifosi viola. Già, perché la certezza dello scudetto arriva allo stadio Comunale di Torino, battendo la Juventus per 2-0. A segnare, in uno stadio peieno di bandiere viola, sono Chiarugi e Maraschi. Alla fine, festa grande tra i viola, ma anche sulla panchina della Juve: sì perché come portiere di riserva per i bianconeri c’è il grande Giuliano Sarti, protagonista del primo scudetto viola e rimasto tifoso della Fiorentina.
Quel giorno a Torino, Pesaola schiera questa formazione: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. Senza dimenticare i contributi preziosi di Rizzo, Pirovano, Stanzial, Cencetti, Danova, Bandoni, Mariani. Tutti protagonisti che meritano una grande festa e l’applauso dei tifosi.