"Export e internazionalizzazione: le risorse pubbliche a sostegno delle imprese italiane nel 2022"

Le misure pubbliche sostengono l'export e l'internazionalizzazione delle imprese italiane con risorse per 29,5 miliardi di euro nel 2022, facilitando investimenti e promuovendo la crescita industriale.

FIRENZE

L’export e l’internazionalizzazione delle imprese sono da sempre sostenuti da una lunga serie di misure pubbliche. Ma quali sono esattamente e chi le eroga? A fare il punto, Simone Guidi e Marco Mancini, partner di PwC Italia. "Le misure pubbliche di sostegno a export e internazionalizzazione vengono attivate sotto forma di servizi di assistenza, formazione, partecipazione alle fiere internazionali, assicurazioni sui crediti commerciali, garanzie finanziarie e progetti di investimenti – spiegano -. I principali enti che erogano questi servizi sono la Cassa depositi e prestiti (Cdp), l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice), la Società italiana per le imprese all’estero (Simest) e i Servizi assicurativi e finanziari per le imprese (Sace)".

Complessivamente, le risorse messe in campo nel 2022 ammontano a circa 29,5 miliardi di euro. In particolare, nel periodo 2022-2024, Cdp ha stanziato 34 miliardi dedicati alle imprese e alla loro internazionalizzazione, che attiveranno circa 56 miliardi di investimenti privati. Di questi, nel 2022 sono stati utilizzati già 15,3 miliardi. Da Sace sono arrivati 12,2 miliardi dedicati a export e internazionalizzazione. "Le risorse – spiegano Guidi e Mancini - sono relative principalmente alle polizze Credito Acquirente (44,1%), alle Push Strategy (15,4%) e alle Garanzie Finanziarie (14,5%). In termini geografici si riferiscono soprattutto a progetti in America (29,9%), Medio Oriente - Nord Africa (24,1%) e Unione Europea (22,2%). I settori industriali che ne hanno beneficiato di più sono il crocieristico (19,9%), le banche (18,3%) e il settore infrastrutture e costruzioni (18,2%)".

Simest conta invece circa 1.738 miliardi di risorse mobilitate e gestite nel 2022, fra finanziamenti agevolati e Pnrr, equity loans e sostegni all’export. Al 31 dicembre 2022, la Società italiana per le imprese all’estero supportava 14.958 imprese in 124 Paesi. Passando a Ice, l’agenzia ha speso circa 220 miliardi di euro per iniziative promozionali e di supporto all’internazionalizzazione, con 391 eventi fieristici, 6.800 partecipazioni di imprese italiane, 3.025 servizi di formazione e 15mila servizi di assistenza alle imprese.

"Nel terzo trimestre 2023 il flusso degli Fdi (foreign direct investment, ovvero investimenti diretti all’estero) è stato di 8,9 miliardi, in crescita rispetto ai 6,8 del secondo trimestre – concludono Guidi e Mancini -. Le consistenze (630 miliardi) sono cresciute di oltre il 60% rispetto a dieci anni prima e quasi raddoppiate rispetto al terzo trimestre 2010. L’attuale contesto geopolitico ha messo in grande evidenza la vulnerabilità delle filiere di approvvigionamento. Con l’accelerazione di fenomeni di rientro (reshoring) delle produzioni (il 28,8% delle imprese che avevano delocalizzato all’estero ha già attuato scelte di backshoring totale o parziale o ha intenzione di compierle in 3-5 anni) e delle forniture (il 21,2% delle imprese che acquista o acquistava forniture all’estero), si è aperta una nuova fase di sviluppo industriale. La distanza geografica e politica ha oggi un ruolo significativo: in questo quadro, l’attrazione degli investimenti esteri è una priorità e un’opportunità per la crescita, oltre che per lo sviluppo tecnologico e occupazionale dell’Italia".

Lisa Ciardi