Dalla parte della legge Fiducia in chi vigila Ma l’impresa investe nella videosorveglianza

Crescono le misure per garantirsi protezione nelle categorie commerciali più a rischio, come le gioiellerie. Racket e usura: il 65,8% degli operatori ritiene giusto denunciare le avvisaglie.

Dalla parte della legge  Fiducia in chi vigila  Ma l’impresa investe  nella videosorveglianza

Dalla parte della legge Fiducia in chi vigila Ma l’impresa investe nella videosorveglianza

FIRENZE

E’ alta la fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia. Ma per gli operatori del terziario, la percezione di sicurezza si è drammaticamente ridotta.

E’ quello che emerge dall’indagine diffusa dalla Confcommercio in occasione della decima giornata della legalità . "La pandemia ha mostrato la vulnerabilità del nostro sistema economico e sociale, le imprese si stanno impegnando nella ripresa, ma gli ostacoli da superare sono ancora molti ed in questo clima ogni fenomeno criminoso è percepito in maniera ancora più grave – osserva il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – la buona notizia, però, è che in Toscana, come nel resto del centro Italia, la fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia resta alta: il 65,8% degli imprenditori (più della media nazionale ferma al 59,4%) ritiene giusto denunciare fenomeni di usura e racket, mentre il 30% dichiara che non saprebbe cosa fare".

Sul fronte della sicurezza, mentre a livello nazionale un imprenditore del terziario su 10 (10,3%) percepisce un peggioramento, nelle regioni del centro Italia – compresa Firenze – la percentuale scende al 7,9%. Oltre 8 operatori su 10 (83,4%) investono in misure di protezione per alzare la propria sicurezza e quella dei propri clienti, ricorrendo in particolare a sistemi di videosorveglianza e ad allarmi antifurto. "L’allarme resta altissimo, come sempre, in alcune categorie esposte più di altre al pericolo di furti e rapine, gioiellerie in testa", sottolinea Marinoni.

A preoccupare di più sono racket e usura: il 14,1% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato comunque inferiore alla media nazionale del 21,4%. Chi è minacciato dalla criminalità sente comunque vicine le forze dell’ordine (38%) e le associazioni di categoria e organizzazioni antiusura (21,5%).

Abusivismo e contraffazione restano i fenomeni criminosi considerati più dannosi per le aziende di commercio, turismo e servizi: il 63,8% degli imprenditori se ne ritiene "molto o abbastanza" penalizzato, un dato comunque inferiore alla media nazionale del 65,1%. "Tutti i meccanismi commerciali fuori dalle regole, che siano messi in atto dai soliti furbetti o da vere e proprie organizzazioni criminose, alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia e posti di lavoro, la diminuzione degli investimenti e tolgono risorse a tutti, allo Stato come alle imprese – dice il direttore di Confcommercio Toscana – combatterli è un atto dovuto anche nei confronti dei tanti imprenditori seri che fanno grandi sacrifici per restare sul mercato creando vera ricchezza e occupazione".