Informa Giovani al Cisternino di Città: "Una bussola per l’orientamento. Curriculum e colloqui simulati"

Lo sportello gestito dal Comune tramite la Cooperativa Cassiopea è un punto di riferimento "L’importante è ascoltare i ragazzi e aiutarli a trovare la loro strada. Nel mondo ci sono tante opportunità".

Informa Giovani al Cisternino di Città: "Una bussola per l’orientamento. Curriculum e colloqui simulati"

Informa Giovani al Cisternino di Città: "Una bussola per l’orientamento. Curriculum e colloqui simulati"

Un viavai continuo. Giovani, meno giovani, donne che allattano, uomini. Lo sportello Informa giovani gestito per il Comune dalla Cooperativa Cassiopea si trova al Cisternino di Città ed è un punto di riferimento strategico. Ad accogliere gli ospiti il volto sorridente di Serena Bertini.

Quale servizio offrite?

"E’ uno spazio di informazione per persone di ogni età. La Comunità Europea alza sempre il parametro e ci sono bandi per cittadini fino a 40 anni. Il targhet sarebbe 15-29 anni quello dei tirocini e del servizio civile. Facciamo orientamento: dove vado, cosa faccio, nel mondo del lavoro, della formazione, dell’università, esperienze all’estero. Una piccola bussola".

La fase fondamentale è quella dell’ascolto?

"Esatto, l’ascolto per la ridefinizione di quello che mi stai chiedendo. Facciamo tantissimi curriculum vitae, perché i giovani non sanno fare il modello europeo. Fare il curriculum è un’occasione per conoscere la propria vita, rimettere in ordine le cose fatte. Serve trovare un filo conduttore, magari a volte non si vede perché ci sono esperienze lontanissime. Ma alla fine tutto confluisce in un profilo definito nel quale ci si riconosce. Si fa il punto e ci si riattiva. Il concetto è che il lavoro lo cerchi se ti inizi a muovere".

Qui non ci sono le offerte di lavoro?

"No, c’è il centro per l’impiego della Regione Toscana. Noi facciamo le simulazioni del colloquio, il Pcto delle scuole superiori perché non è facile comunicare, esprimersi, individuare quello che si desidera. A volte si pensa che tutto finisca a Livorno. Alcuni ragazzi si portano dietro questo vecchio modo di pensare, uscio bottega, e non si spostano".

Il livornese vuol stare nella sua città...

"Livorno si pensa Livorno. Il livornese ha difficoltà a guardare fuori. Non tutti, però. Alcuni fanno Erasmus, stage in Inghilterra, esperienze nelle fattorie in Irlanda. A volte anche caotiche, ma va bene perché poi alla fine raccolgono ciò che hanno seminato".

Come se la cavano i giovani con le lingue?

"Un po’ meglio di qualche anno fa. L’inglese è un B1, c’è più attenzione. Ci sono anche tanti artisti: chi suona, chi disegna e alcuni vorrebbero che questa passione diventasse un lavoro ma hanno timore a provarci. Nel mondo ci sono tante opportunità, basta solo saperle cercare".

Michela Berti